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Casalp: morosità per oltre 13 milioni. Nel mirino 100 inquilini

Giovedì 4 Aprile 2019 — 10:42

La morosità nel pagamento del canone di locazione degli alloggi popolari, nel solo Comune di Livorno, ha raggiunto al 31 dicembre 2018 un importo complessivo di € 13,776,720 relativo a 1384 utenti con almeno sette mensilità non pagate

di Jessica Bueno

Una vera e propria offensiva per cercare di combattere il problema abitativo recuperando le morosità colpevoli relative all’utilizzo del patrimonio di edilizia popolare: si può riassumere così l’obiettivo della convenzione siglata tra Casalp e Comune di Livorno. Il target a cui si mira è preciso: la fascia di debitori senza particolari problematiche reddituali o sociali che non hanno ancora saldato le mensilità non pagate, determinando se necessario una velocizzazione della decadenza del loro titolo d’uso dell’immobile affidato. Nonostante l’azione incessante di recupero dei crediti attivata da Casalp, con oltre venti dipendenti nell’ultimo biennio, e la collaborazione di numerosi legali esterni, la morosità nel pagamento del canone di locazione degli alloggi popolari, nel solo Comune di Livorno, ha raggiunto al 31 dicembre 2018 un importo complessivo di € 13,776,720 relativo a 1384 utenti con almeno sette mensilità non pagate.

“Abbiamo fatto una sorta di prova generale tra novembre e dicembre 2018 – dice l’assessore al sociale Leonardo Apolloni – In quel periodo ci furono infatti degli sgomberi per morosità colpevole. A Livorno fu una novità, fino ad allora non se ne erano visti molti. Alla fine di un lungo studio di concetto realizzato dall’Ufficio Casa insieme a Casalp riteniamo di poter aprire una nuova fase di attacco massiva a questo tipo di problematica, tra le maggiori riguardo all’emergenza abitativa. Abbiamo selezionato tramite degli indicatori le prime 100 situazioni su cui intervenire nell’immediatezza, in cui i redditi per saldare il canone di locazione ci sono ampiamente ma di fatto non viene pagato niente. Dobbiamo interrompere questo circuito perverso per cui si sta dentro una casa e non viene corrisposto quanto dovuto”.

“Si tratta di persone che pur potendo modificare l’importo del canone a seconda della loro condizione reddituale non pagano a prescindere – afferma Vanessa Soriani, presidente Casalp – L’accordo che abbiamo proposto al Comune non è per il recupero della morosità, questo è un fattore che l’azienda sta affrontando da anni attraverso pignoramenti di stipendi e quant’altro. Il problema è l’impossibilità dell’interruzione di questo debito: l’azienda pur lavorando per il recupero attraverso ingiunzioni fiscali fino a 6 milioni di euro, rinnova la morosità a causa di queste persone che continuano a non pagare, hanno la consapevolezza storica che nessuno li butterà fuori di casa. Questa è una mentalità acquisita che noi vogliamo assolutamente modificare. Abbiamo di fronte un progetto di lavoro straordinario che dovrà affrontare un numero considerevole di procedure per decadenza. Bisogna dare il segnale di una macchina che si sta rimettendo in moto in maniera sostanziale”.

La convenzione predispone tutti gli atti necessari alla sottoscrizione del provvedimento di decadenza da parte del Comune, e in più lo svolgimento di tutte le attività per la liberazione degli alloggi attraverso l’esecuzione degli sfratti. L’avvio del procedimento non consentirà più la sottoscrizione di accordi per il rientro, la decadenza potrà essere fermata esclusivamente con il pagamento dell’intero debito. Per coloro che nel periodo a disposizione non abbiano saldato il debito né abbiano sottoscritto accordi per il rientro sarà dichiarata la decadenza dall’assegnazione ed avviata la procedura per ottenere lo sgombero dell’alloggio. La normativa prevede che un utente che non paga il canone da sei mensilità vada in decadenza. Il lavoro messo a punto prevede un’analisi approfondita in cui viene valutata l’eventuale situazione di grave disagio sociale che deve essere comprovata.

La “graduatoria di colpevolezza” si basa su 4 fattori:

-reddito familiare;

-composizione del nucleo;

-canone di locazione;

-numero di mensilità insolute.

Nel momento in cui Casalp farà la prima diffida, informerà le persone coinvolte della loro situazione e delle possibilità per risolverla: saldare per intero, rateizzare l’importo dovuto, attivando quindi un piano di rientro che verrà monitorato per far sì che venga rispettato, oppure portare la documentazione che attesti una situazione di disagio sociale di cui l’azienda non era a conoscenza. In questo caso verrà preparato un apposito fascicolo. Nel momento in cui la persona non salda la morosità, non attiva un piano di rientro e non porta le giustificazioni previste dalla norma sui riconoscimenti sociali, Casalp attiva la decadenza, in tempi celeri. “La problematica è sempre stata trattata in modo residuale – prosegue Apolloni – Se ben gestita, peserà nella risoluzione dei problemi abitativi a Livorno. Quando viene messa una decadenza le persone arrivano a coprire il debito, mettendo Casalp in condizione di lavorare meglio. I cittadini devono rendersi conto che è un bene di tutti. Individueremo i casi di morosità non colpevole e lavoreremo per tutelarli. Allo stesso tempo prenderemo quelli che di fatto creano le condizioni per cui alcune persone sono ancora fuori di casa”.

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