“Madama Butterfly”, successo al Goldoni
L'opera pucciniana "Madama Butterfly" è un dramma intimista e psicologico che vede protagonista Ciò-Cio-San. Lo spettacolo è in scena venerdì 29 marzo alle 20,30 e domenica 31 alle 16, 30
Un dramma intimista quello che vede protagonista la sventurata geisha Cio-Cio-San, una ragazza buona e innamorata ma strumentalizzata da una civiltà occidentale americana. Si tratta di Madama Butterfly, opera di Giacomo Puccini, suddivisa in tre atti, in cui risalta il protagonismo del personaggio femminile: Butterfly è, infatti, il personaggio principale, intorno alla quale ruota l’intera opera (fotogallery Augusto Bizzi del Teatro esaurito per la prima rappresentazione venerdì sera con la direzione d’orchestra di Stefano Romani e la regia di Alberto Paloscia in collaborazione con Carlo Da Prato. Alla fine tanti applausi per tutti i protagonisti).
Lo spettacolo andrà in scena venerdì 29 marzo alle 20,30 e domenica 31 marzo alle 16, 30 al Teatro Goldoni e vedrà calcare il palcoscenico ad un doppio cast relativamente alle parti dei personaggi principali (clicca sul link al pdf in fondo all’articolo per consultare i nomi del cast).
“Madama Butterfly chiude la stagione lirica 2018-2019, stagione per noi importante e ricca di successo, perché la presenza del pubblico è aumentata del 18% rispetto a quella precedente – afferma Marco Leone, direttore generale della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno – E’ il quarto titolo che vede il teatro di Livorno capofila e questo vale molto per noi perché è importante avere un teatro che produce, soprattutto per due motivi: si crea economia e aumenta la professionalità sul territorio”.
“Questo spettacolo, ideato da me e dallo scenografo Giacomo Callari – interviene Alberto Paloscia, direttore artistico della stagione lirica Teatro Goldoni di Livorno e regista dell’opera, presente alla conferenza di presentazione di lunedì 25 marzo – è stato realizzato insieme all’associazione Tamagno di Torino. Sono felice di avere accanto anche Carlo Da Prato, che si occupa dell’ufficio produzione ma che svolge anche l’attività di regista e che ha collaborato con me per la messa in scena di questo monodramma. Per quanto riguarda l’opera, la protagonista è una donna che emana un fascino sensuale, sentimentale. E’ un personaggio straordinario, ma soprattutto solitario che si autodistruggerà per amore”.
La trama in sintesi – E’ proprio Butterfly che, infatti, cade nel tranello: innamorarsi di Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti. E’ un uomo che vede il mondo con occhi superficiali e che decide di organizzare il matrimonio con la giovane quasi per scherzo, con l’aiuto di Goro, sensale di matrimoni.
La scenografia di questa opera è un microcosmo, un mondo in cui Butterfly rimane rinchiusa, in quanto speranzosa fino in fondo del ritorno del suo amato, il quale fugge con un’altra donna e abbandona la giovane con suo figlio. A prendersi cura di lei rimarrà Suzuki, la servente della giovane. Lei ama veramente Butterfly, rappresenta la figura materna che le è sempre mancata, insieme al padre, suicida per motivi economici.
Pinkerton, dopo tre anni torna a casa, ma insieme alla nuova moglie sposata negli Stati Uniti, Kate Pinkerton. E’ tornato per prendersi il figlio e portarlo con sé in patria per educarlo secondo i principi occidentali. Da questo momento, per Butterfly svanisce la grande illusione di riavere il marito a casa e di coronare il loro grande amore. Perciò non resistendo più a questo immenso dolore, la donna decide di suicidarsi, e lo farà in stile giapponese, con l’aiuto di Suzuki.
“Cio-Cio-San e Pinkerton hanno uno sviluppo completamente diverso durante l’opera: la giovane è rinchiusa in questo suo sogno d’amore e attraversa un processo lento, di 3 anni, e arriva ad un finale drammatico, la sua dissoluzione fisica – commenta Da Prato – Pinkerton invece prosegue nella direzione opposta, infatti solo a fine dramma si rende conto della tragedia che ha provocato il suo comportamento. Abbiamo cercato di creare, dal punto di vista scenico, due parabole grazie all’aiuto dell’arte dell’immagine. Metaforicamente abbiamo due foto ritratti che a fine opera si dissolveranno e lasceranno una cornice vuota, un’assenza assordante”.
Alcuni dei personaggi del cast hanno voluto esprimere il loro piacere per la realizzazione di “Madama Butterfly” e per aver avuto la fortuna di lavorare al Teatro Goldoni. “Essere qua di nuovo è un onore e una grande responsabilità. Rispetto molto Puccini che è il compositore che mi ha sempre toccato le corde più profonde, ho un grande rispetto per lui – dichiara il soprano Silvia Pantani, nei panni di Cio-Cio-San – Sto cercando in tutti i modi di percepire quello che mi viene trasmesso dai maestri e di poter anche io dare un contributo a questo personaggio così delicato, ma forte allo stesso tempo. Darò il meglio di me e ci metterò il cuore per portare avanti questo bellissimo progetto”.
“Anche io sono felice di essere qui – dichiara Laura Brioli, mezzosoprano che interpreta Suzuki – Ringrazio i maestri Stefano Romani e Alberto Paloscia. Sarà un’esperienza indelebile”.
“Madama Butterly vede coinvolti non solo personaggi di grande esperienza, ma anche giovani, imparando, così, sempre qualcosa di nuovo – afferma Stefano Romani, direttore d’orchestra -Per me è molto importante mettermi davanti allo spartito e cercare sempre di capire cosa i compositori, in questo caso Puccini, vogliono intendere. Puccini non lasciava niente al caso, per questo provo sempre a seguire cosa il compositore scrive”.
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