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Corruzione: chiesti 8 anni per Stefanini e 6 per Fiaschi

Venerdì 1 Febbraio 2019 — 17:48

Anche il sindaco Nogarin ha commentato, su Twitter, l'esito delle richieste di condanna dei pm: "Un'inchiesta partita da alcune mie segnalazioni e che ha portato alla luce un sistema marcio". L'avvocato Ricci: "Inaccettabili le frasi del primo cittadino"

Il procuratore capo della Repubblica di Livorno, Ettore Squillace Greco, titolare del fascicolo di inchiesta su Emanuele Fiaschi, titolare della ditta Tecnospurghi, e Riccardo Stefanini ex dirigente della Protezione Civile di Livorno, è stato risoluto e determinato nel richiedere le condanne dei due imputati in fase di discussione del processo con rito abbreviato davanti al giudice Mario Profeta. Sono 8 gli anni di condanna chiesti per Stefanini e 6 quelli per Fiaschi. Ben 9 i capi di imputazione totali per il primo, meno, soltanto 4 per il secondo.
Per entrambi però spunta l’accusa ben più consistente: quella di corruzione aggravata riguardante un appalto che sarebbe stato pilotato in cambio di denaro.
Per Stefanini, ancora ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico, licenziato dal Comune e già condannato a 4 anni in rito abbreviato per peculato, sono stati chiesti 7 anni, più uno di recidiva, più 6 mesi per ogni altro reato imputato tra cui anche alcune truffe ai danni del Comune.
In totale sarebbero stati quindi 12 gli anni di richiesta di pena se la difesa avesse seguito l’iter del processo ordinario dibattimentale.
Gli otto anni infatti derivano dallo sconto di un terzo di pena grazie alla scelta del rito abbreviato. Stesso analogo ragionamento per Fiaschi la cui richiesta finale si sarebbe adagiata su 8 anni se non avesse beneficiato dello sconto dovuto, grazie al tipo di rito scelto.
“Una richiesta decisamente molto pesante – fa sapere a Quilivorno.it commentando l’accaduto l’avvocato che difende Stefanini insieme al collega Ugo Boirivant, Nicoletta Ricci – Confidiamo che, alla luce delle discussioni delle difese, la nostra e quella del coimputato assistito dai colleghi Anna Francini e Francesco Chelini si possa arrivare ad una soluzione positiva per il nostro cliente”.
“La misura della pena richiesta, per uno come il mio cliente Emanuele Fiaschi – commenta a Quilivorno.it l’avvocato Anna Francini – che comunque è senza precedenti penali, incensurato e che non ha mai avuto problemi con la giustizia, può risultare eccessiva. Posto che alcuni fatti in termini di prova sono discutibili, sicuramente sono difficilmente qualificabili nei termini nei quali sono contestati, la pena mi sembra davvero un po’ alta. Poi l’ultima udienza è in programma il 13 e deciderà il giudice. Certo che noi non staremo zitti. Avremo tante cose da dire”.
Presente in aula anche l’avvocato Francesca Abeniacar che rappresentava il Comune di Livorno costituitosi parte civile nel processo. E’ stata lei a chiedere, per conto dell’amministrazione comunale, oltre alla condanna penale ribadendo le richieste del pm, un risarcimento del danno patito dal Comune quantificato intorno ai 50mila euro.
L’udienza è stata rinviata al 13 febbraio prossimo quando toccherà all’avvocato Francini prendere la parola per l’arringa difensiva finale del suo cliente ed eventualmente lasciar spazio ad alcune dichiarazioni spontanee degli imputati. Già un’altra eventuale data, quella del 6 marzo, è stata comunque già stabilita e messa in calendario all’occorrenza per repliche e contro-repliche.
Si è fatto sentire anche il primo cittadino, Filippo Nogarin, che ha commentato tramite la sua pagina Twitter ufficiale la richiesta dei pm nei confronti di Stefanini. “La procura ha chiesto 8 anni per l’ex funzionario della Protezione civile di Livorno che con l’amico imprenditore brindava all’alluvione – scrive sul social network il sindaco – Un’inchiesta partita da alcune mie segnalazioni e che ha portato alla luce un sistema marcio”.
A queste affermazioni ha fatto eco un commento dell’avvocato Ricci che non ha mancato di rispondere così al sindaco: “Se Nogarin continua a dire che lo Stefanini ha brindato all’alluvione… vuol dire che non conosce gli atti delle indagini. Come ho avuto già modo di precisare lo Stefanini non ha mai pronunciato tali frasi. Il colloquio in questione era tra altre persone. Continuare ad attribuire impropriamente tali frasi al mio assistito per sfruttarne l’impatto sulla sensibilità dei cittadini è veramente inaccettabile“.

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