Via Lucarelli, Breda nuovo allenatore. Aldo e Roberto Spinelli dimissionari: “Così non possiamo andare avanti”
Lucarelli è stato esonerato, Breda nuovo allenatore. Aldo e Roberto Spinelli si sono dimessi dalle rispettive cariche. La società sarà traghettata dal dg Peiani in attesa della nuova assemblea dei soci
Un cda fiume, iniziato alle 12 e finito intorno alle 17.30. Questa, per il Livorno calcio, è stata una delle giornate più dolorose e complicate. La famiglia Spinelli ha ufficializzato il suo addio alla società dopo 19 anni mentre Lucarelli è stato esonerato e al suo posto è arrivato Roberto Breda (la presentazione avverrà nella tarda mattinata del 7 novembre). A fare il punto della situazione ci ha pensato Roberto Spinelli raggiunto telefonicamente nel pomeriggio del 6 novembre. Il figlio del patron ha iniziato parlando della società: “Abbiamo voluto dare un segnale forte alla città e questo gesto sta a sottolineare anche le nostre colpe. Visto che anche noi abbiamo commesso degli errori allora è giusto lasciare il passo. Posso quindi ufficializzare che sia io che mio padre ci siamo dimessi dalle rispettive cariche (presidente e amministratore delegato, ndr). E’ sicuramente una scelta dolorosa ma è diventato impossibile poter gestire una società a 200 km di distanza”. E adesso cosa succede? Spinelli lo spiega chiaramente: “Tutto il consiglio è dimissionario ma rimarrà in carica fino alla nuova assemblea dei soci dove saranno assegnate le nuove cariche. Nel frattempo sarà il direttore generale Peiani a fare da traghettatore insieme ai manager. Tutti dovranno lavorare pensando alle vite di tutte quelle persone che ruotano intorno al Livorno calcio. Saranno loro che cercheranno nuovi giocatori visto che in passato ci siamo fidati troppo spesso dei suggerimenti dei procuratori”.
Per quanto riguarda la squadra, Spinelli ha le idee chiare: “Questa formazione per quanto fatto vedere in campo ha la voglia di potersela giocare con tutti. Penso che in questa serie B ci siano squadre peggiori della nostra. Sono sicuro che il Livorno ha tutte le potenzialità per salvarsi”.
L’ex amministratore delegato poi torna sulla partita contro il Perugia: “A mio avviso Dainelli andava sostituito prima e il terzo rigore non c’era. Tuttavia non si possono commettere certi errori. Quando parlo di livornesità non mi riferisco all’attaccamento alla maglia che credo sia insito in tutti i giocatori ma quanto agli eccessi di alcuni calciatori come Mazzoni. La sua espulsione è stata del tutto gratuita dal momento che la squadra doveva recuperare un gol”.
Chiusura su Lucarelli: “Mi dispiace per l’esonero di Lucarelli perché sicuramente non tutte le colpe sono sue, ma in questi casi chi ci rimette è sempre l’allenatore. Probabilmente un’esperienza così per lui era troppo presto. E’ un ottima persona, un amico e siamo tutti quanti molto dispiaciuti. Un altro allenatore al suo posto sarebbe durato massimo quattro partite. Dal punto di vista umano e professionale siamo veramente amareggiati per come è andata a finire questa storia”.
Esonero Lucarelli – Come detto dall’ex amministratore delegato, Lucarelli non è più l’allenatore del Livorno. La comunicazione al tecnico è arrivata intorno alle 17.30. Il tecnico paga sicuramente avvio di stagione difficilissimo con sette sconfitte in dieci giornate. Il posto del tecnico livornese sarà preso da Roberto Breda, nell’ultima stagione al Perugia. Il tecnico è una vecchia conoscenza del ds Facci visto il loro trascorso al Latina. Non a caso il direttore sportivo aveva caldeggiato il suo arrivo in estate ma la società aveva preferito puntare su Lucarelli.
Il commento di Nogarin – Intanto sempre nel pomeriggio del 6 novembre, dopo quello di Igor Protti che trovate più sotto, è arrivato il commento di Nogarin più volte tirato in ballo dal presidente: “Nel momento in cui il presidente Spinelli, che ha appena formalizzato le proprie dimissioni, darà concretezza alle parole espresse a mezzo stampa, firmandomi un mandato a vendere la società al prezzo chiaro ed esplicitato nel mandato, entrerò in maniera attiva in questa partita. Fino ad allora mi limiterò al ruolo che spetta a un sindaco, quello di facilitare i contatti tra l’attuale proprietà e nuovi eventuali compratori. Ciò non significa non avere a cuore le sorti del Livorno, al contrario. Significa rispettare in modo chiaro i ruoli ed avere consapevolezza delle responsabilità di ciascuno. Troppo spesso come sindaco vengo tirato in ballo per questioni che non sono di mia competenza e questo non è opportuno. Al di là delle questioni contingenti, che spero siano passeggere, tutti riconosciamo all’ex presidente Spinelli l’impegno profuso in questi anni e dispiace che un ciclo a tratti esaltante debba concludersi in questo modo, in un momento così difficile per la squadra”.
Il club manager Igor Protti – “Ho appreso con stupore ed incredulità delle dichiarazioni del signor Roberto Spinelli che mi riguardano e che si riferiscono ad un mio voler apparire solo nei momenti belli della stagione. Se le critiche possono essere accettate, inaccettabile è lo stravolgimento della realtà. In questi due anni e mezzo ho sempre parlato poco all’esterno e rilasciato altrettante poche interviste perché credo nel lavoro e non nelle chiacchiere. Ma le volte in cui sono intervenuto l’ho fatto sempre nei momenti più difficili. A memoria ricordo la conferenza stampa dopo il derby perso a Pisa lo scorso anno, la difesa della squadra, della città, della tifoseria e della società dalle dichiarazioni del presidente dell’Alessandria la settimana della gara contro la Cremonese, il mio andare sotto il settore ospiti da solo ad Arezzo dopo la sconfitta con la contestazione dei nostri tifosi così come ad Olbia ed ultimo proprio sabato scorso dopo la sconfitta di Salerno con la squadra ultima in classifica. Eccoli qua i presunti momenti belli in cui sono intervenuto. Per quanto riguarda gli applausi quest’anno dopo ogni sconfitta sono sempre andato sotto la curva con i calciatori e l’allenatore. Sapete quando non sono andato? Al termine dell’unica gara vinta contro l’Ascoli. Sono rimasto in mezza al campo ad applaudire la squadra è sono sceso negli spogliatoi per lasciare il giusto omaggio ai calciatori e al Mister. Tutto questo è facilmente riscontrabile attraverso video, giornali e testimonianze di chi era presente. Quindi il Signor Roberto Spinelli ha probabilmente confuso la mia persona con qualcun altro oppure essendo lontano ha una percezione della realtà decisamente distorta”.
Parla Spinelli (articolo del 5 novembre) – La sconfitta contro il Perugia (clicca qui), per Spinelli, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il presidente si aspettava sì un avvio di campionato difficile, ma non in questo modo. La squadra, ultima con sette sconfitte in dieci partite, non sembra dare margini di miglioramento e la pazienza del patron è arrivata ad un punto di non ritorno. “Lascio la società ai livornesi, adesso basta” è il succo del pensiero di Spinelli. Un discorso sentito e risentito in più occasioni. Forse troppe volte per crederci veramente. Per dovere di cronaca però è giusto riportare le affermazioni di un presidente che sembra più che mai deciso a non tornare sui suoi passi. Il concetto lo aveva già espresso nella mattinata del 5 novembre ai microfoni di Radio Rai e lo ha ribadito anche quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente: “Quella contro il Perugia è stata la mia ultima partita – commenta Spinelli -. So che questa frase è stata detta da me tantissime volte però adesso non torno indietro. Ho assistito a cose che in quasi venti anni di presidenza non avevo mai visto. Io e la mia famiglia non ne possiamo veramente più”.
Come ammesso anche dallo stesso patron, questa non è la prima volta che minaccia di lasciare il calcio: “Mi sono stufato e nella mattina del 6 novembre consegnerò le chiavi della squadra al sindaco Nogarin. Prima però verrà convocato un consiglio di amministrazione e sia io che mio figlio saremo dimissionari. In seguito verrà nominato un commissario che, insieme ad un commercialista, porteranno avanti la squadra fino a fine anno. Poi il futuro dipenderà dai livornesi: io il mio l’ho fatto per oltre 19 anni, adesso ci pensino loro”. Parole dure quelle del presidente che sembra voler portare avanti la sua causa: “In tutti questi anni ho sempre fatto tutto da solo e adesso sono arrivato nella condizione di non potermi occupare più della squadra. La mia famiglia non può morire per il Livorno, così è giusto farsi da parte. Ogni anno è una rimessa continua dal punto di vista economico ma quello che mi fa più male sono i risultati. E’ fuori dubbio che in estate sono stati commessi degli errori che si stanno ripercuotendo sulla stagione e qualcuno mi ha preso in giro. I nomi? Non voglio farli, ma tanto è facile intuire a chi mi riferisco”. Chiusura su Lucarelli: “Il tecnico rischia? Non è un mio problema. Se ne occuperà il commissario. Adesso non voglio sentir parlare di aspetti tecnici perché non me ne occuperò più io personalmente”. Siamo veramente arrivati alla fine dell’era Spinelli? Probabilmente sì anche se, conoscendo il presidente, con un filotto di risultati utili consecutivi tutto potrebbe, come per magia, rientrare.
Squalifica Mazzoni, Porcino ko – La sconfitta contro il Perugia, oltre ad uno tsunami societario, ha potato in dote anche l’espulsione di Mazzoni a causa di reiterate proteste nei confronti del direttore di gara. Il giudice sportivo ha fermato il portiere amaranto per due turni per “comportamento scorretto nei confronti di un avversario. (Seconda sanzione); per avere, al 32° del secondo tempo, rivolto al Direttore di gare, con fare
intimidatorio, reiterate espressioni offensive”. Per l’estremo difensore anche una multa di 1.500 euro. Per quanto riguarda Porcino invece, uscito a metà del primo tempo, gli esami hanno evidenziato uno stiramento di primo grado al flessore della gamba destra.
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