Aci Livorno: “No velox, sì ai semafori intelligenti”
Sulla cronaca locale di queste ultime ore, apprendiamo la volontà del sindaco di Livorno Filippo Nogarin di chiedere al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli la valutazione di un aggiornamento del Codice della Strada, al fine di introdurre l’uso degli autovelox fissi anche lungo le strade urbane. Il tutto sulla scia emotiva dei tragici sinistri, anche mortali, che si sono verificati di recente sul viale Italia. Lungo questo tratto, sul quale si riversa il 40 % circa del traffico giornaliero cittadino, è quindi altamente probabile che il numero degli incidenti registrati sia purtroppo importante. Secondo l’AC Livorno però, la soluzione a tale criticità non risiede nello ‘sdoganare’ i velox fissi anche in città, bensì adottando un altro tipo d’iniziativa.
Dissuasori e rotatorie: soluzioni controproducenti. Sicuramente, alla creazione di tali rischi concreti, contribuisce sin troppo sovente eccesso di velocità: il comportamento degli automobilisti e motociclisti che sforano i limiti previsti dalla segnaletica va quindi fortemente condannato. Al fine di evitare queste trasgressioni, dovremmo però cercare di utilizzare gli strumenti più all’avanguardia di cui possiamo disporre al giorno d’oggi. Non paiono quindi soluzioni adeguate né l’apposizione di dissuasori fissi sull’asfalto (che hanno come controindicazione il fatto di rappresentare un ostacolo inamovibile per i mezzi di soccorso, costretti a rallentare persino nel corso di un’emergenza), né tanto meno la costruzione di rotatorie lungo il percorso, in concomitanza con i vari incroci (spesso risultano di dimensioni troppo ridotte, pronte a trasformarsi in veri e propri imbuti che fanno aumentare vertiginosamente code e smog come la innegabile realtà di quelle realizzate impietosamente dimostra).
Velox: un alibi comodo per le casse comunali. Gli stessi mezzi tecnici come telelaser e autovelox mobili sono parziali deterrenti ma allo stesso tempo rappresentano anche un alibi prezioso per l’Amministrazione che li adopera. Dietro la facciata dell’inderogabile necessità di tutelare la sicurezza stradale, si cela malamente la perpetua urgenza di dover sanzionare e rimpinguare le casse comunali con gli incassi derivanti dalle multe. Secondo dati ufficializzati lo scorso giugno, sommando tutor, velox e semafori con telecamere, in tutta Italia sono 23mila gli apparecchi attivi: il BelPaese è quindi il terzo al mondo in questa speciale classifica di attenzione del ‘Grande Fratello’ stradale, dietro solo a Germania e Brasile. Gli autovelox rappresentano per le casse dei comuni un’entrata primaria, visto che nel 2017, le Amministrazioni locali hanno realizzato un introito di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto a un anno prima. Ogni italiano affronterebbe una spesa media di 33 euro. I numeri che fanno riflettere sono stati raccolti dalla Woolf, azienda produttrice di un bracciale anti-autovelox pensato per i motociclisti. Secondo le statistiche, il 70% delle postazioni è composto da velox fissi e telecamere semaforiche, mentre la restante quota si divide tra apparecchi in dotazione agli agenti e tutor. Tutto questo malgrado siano ormai parecchi gli studi affidabili che hanno verificato come l’autovelox sia obsoleto, specie se messo a confronto con il ben più efficiente tutor.
Semafori ‘smart’: un deterrente efficace. Come già proposto in passato dal nostro Ente, decisamente più educativa sarebbe invece l’apposizione di semafori cosiddetti ‘intelligenti’, già utilizzati con successo lungo le strade di Francia e Spagna. La tipologia di semaforo in questione fa scattare la lanterna rossa allo sforamento del limite di velocità, che può essere variato a seconda delle particolari necessità. Da posizionare in prossimità degli attraversamenti pedonali, devono essere ‘on demand’, vale a dire attivabili su richiesta con un bottone da parte del pedone. Questa regolamentazione della velocità presenta il vantaggio di rallentare concretamente l’andatura delle auto, convincendo in tempi brevi il guidatore indisciplinato. Il tempo guadagnato a sforare i limiti viene difatti dissipato dall’immediato obbligo di fermata imposto dal semaforo, da lui stesso involontariamente azionato con la condotta di guida poco virtuosa. In più,l’eventuale passaggio con il rosso sarebbe comunque facilmente sanzionabile grazie alla tecnologia t-red di cui sono dotati.
Riccardo Heusch e Virgilio Marcucci, presidenti Commissione Traffico e Mobilità / Tutela Diritti Automobilisti AC Livorno
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