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La verità di Protti: “Rimango in amaranto, ho avuto le risposte che cercavo”

Mercoledì 21 Marzo 2018 — 17:17

Il club manager: "Nell'ultimo periodo non riuscivo a trasmettere i miei valori alla squadra e ho pensato di lasciare. La vittoria di martedì sera però mi ha fatto capire tante cose"

Dopo l’esonero di Sottil, il ritorno di Signorelli, le dimissioni di Pecini e il declassamento del ds Facci, in molti si sono fatti una domanda: cosa farà Igor Protti? L’immagine dell’ex attaccante in lacrime al termine della vittoria contro il Siena (in fondo all’articolo trovate la fotogallery del match) aveva lasciato più di un dubbio sulla sua permanenza. A scacciare ogni tipo di fantasma però ci ha pensato il “Signore delle Reti” che, nel pomeriggio del 21 marzo in una conferenza stampa fiume, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a restare ancora come club manager.

Protti, possiamo dire che continueremo a vederla in panchina? 
“Sono stati giorni particolari e sappiamo i motivi, mi sono preso qualche giorno di riflessione perché c’erano molti aspetti che non mi tornavano e che mi hanno portato vicino a lasciare. Il più importante è stato la prestazione di Piacenza, un qualcosa di non concepibile dopo l’ottima prova a Gorgonzola”.

E dopo cosa è successo?
“Io sono pronto a combattere se davanti a me ho un esercito pronto a fare lo stesso perché se il Livorno gioca come a Piacenza non va da nessuna parte. Volevo avere delle certezze e delle risposte e così è stato grazie alla vittoria sul Siena. È un anno e mezzo che sono qua e se sono tornato è perché voglio aiutare la squadra a tornare in B trasmettendo quelli che sono i miei principi. Nell’ultimo periodo vedevo che non era così. Ho pensato di lasciare perché quello non era il mio modo di vedere il calcio: attaccamento e senso di appartenenza”.

Si è dato una spiegazione di cosa sia successo?
“Fino ad un certo punto abbiamo fatto un percorso incredibile, poi ci siamo smarriti. Devo dire che ho ricevuto attestati di stima importanti da Mazzoni e Foschi che sono venuti ad abbracciarmi mentre non vi sto a dire le telefonate e messaggi dove tutti mi imploravano di restare”.

I rapporti con Signorelli non sono stati ottimali in passato. Il suo ritorno l’ha fatta dubitare ancora di più?
“Quando è arrivato la prima cosa che ha fatto è stata chiamarmi. Ci siamo visti perché dovevamo chiarire alcune incomprensioni che ci sono state nel passato. Una volta superate, abbiamo capito che dobbiamo andare avanti per il bene del Livorno”.

Come giudica il lavoro di Sottil?
“Ha fatto un percorso eccellente anche perché quando è stato esonerato eravamo secondi ma con una partita in meno anche se venivamo da un periodo folle. È un allenatore bravo che ha fatto un ottimo lavoro con il quale mi sono trovato bene”.

Questo ribaltone è servito secondo lei?
“Adesso voglio pensare al futuro e farò di tutto per far sì che Pecini ritiri le sue dimissioni e torni insieme a noi per chiudere il lavoro iniziato insieme. In questi mesi si è dato un gran da fare e ha agito spesso nell’ombra ma il suo contributo è stato fondamentale. Lo stesso vale per Mauro Facci anche se non ho capito quale compito gli verrà affidato”.

L’esonero dell’allenatore era necessario?
“Quando si cambia la guida tecnica vuol dire che tutti abbiamo sbagliato e fallito ed è sempre l’ultima cosa a cui bisogna arrivare. Poi c’è una proprietà che fa le sue valutazioni anche se spero che quanto successo in passato con i continui cambi in panchina possa servire da lezione”.

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