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Meloni contestata: salgono a 42 le denunce

Mercoledì 18 Aprile 2018 — 11:45

Continuano le indagini della Digos per il riconoscimento di alcuni contestatori della leader del partito Fratelli d'Italia, intervenuta in piazza Garibaldi durante la scorsa campagna elettorale

Sono in tutto 42 le denunce scattate nei confronti di altrettante persone a seguito dei fatti che hanno visto protagonista l’onorevole Giorgia Meloni duramente contestata durante una sua iniziativa elettorale andata in scena il 13 febbraio scorso (foto Lanari).
La leader di Fratelli d’Italia infatti, durante la scorsa campagna elettorale, è stata in piazza Garibaldi per provare a parlare di sicurezza all’interno delle sue iniziative per il tour elettorale in vista del 4 marzo. La sua presenza non è passata inosservata e tra le urla e gli striscioni di protesta dei tanti livornesi accorsi per manifestare il proprio disappunto per il suo arrivo, al termine di alcune dichiarazioni rilasciate ai cronisti l’esponente di centrodestra è salita in macchina scortata dalla polizia e ha lasciato la città. Uno striscione è stato appeso anche sul muro della Fortezza Nuova: “Livorno non ti vuole”.
E’ stata la digos che nel corso di questi due mesi ha passato al setaccio le immagini e, dopo aver individuato nell’immediato 21 persone (14 uomini e 7 donne, di età compresa tra i 16 e 71 anni)  ne ha individuate altrettante in questa ultima fase di indagine. Per altre 21 persone dunque (13 uomini e 8 donne di età compresa tra i 16 e i 57 anni) è scattata anche nei loro confronti la denuncia a piede libero in quanto ritenute responsabili della violazione dell’articolo 99 D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 ai sensi del quale “chiunque con qualsiasi mezzo, impedisce o turba una riunione di propaganda elettorale, sia pubblica che privata è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 309 a 1.549 euro”.
Uno solo di questi 42 individui è stato invece denunciato per violazione dell’articolo 18 del testo unico sulla pubblica sicurezza.
La questura rende noto, in un comunicato ufficiale, che alcune delle persone indagate saranno poi chiamate a rispondere anche di minacce, resistenza a pubblico ufficiale ed uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento di persona (caschi).
La questura rende noto, tramite una nota ufficiale inviata alle redazioni, che ulteriori indagini sono tuttora in corso.

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