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Il Livorno visita Pediatria. Laudicino: “I bambini? I primi nostri tifosi”

Mercoledì 20 Dicembre 2017 — 08:40

Insieme ai calciatori Ivan Pedrelli, Manuel Giandonato, Abdou Doumbia e Pasquale Maiorino e al mister Andrea Sottil è arrivato Babbo Natale che ha distribuito i regali a tutti i piccoli visibilmente emozionati

di Filippo Ciapini e Anna Campani

Bellissima iniziativa di Natale da parte del Livorno Calcio che rinnova la decennale visita al reparto Pediatria dell’ospedale (clicca qui – presentata la Livorno Card). “Oramai è una tradizione – ha espresso con emozione il viceprimario dell’ospedale Roberto Danieli – il Livorno Calcio è sempre con noi. Questa solidarietà iniziò dieci anni fa su richiesta di Protti”.
Insieme ai calciatori Ivan Pedrelli, Manuel Giandonato, Abdou Doumbia e Pasquale Maiorino e al mister Andrea Sottil è arrivato Babbo Natale che ha distribuito i regali a tutti i piccoli, visibilmente emozionati.
“La felicità dei bambini è tutto, è veramente tutto, sono il bellissimo futuro della nostra città” ha sottolineato poi un emozionato il responsabile marketing amaranto Maurizio Laudicino.
Mentre Giandonato distribuiva i regali insieme a Babbo Natale, Doumbia e Pedrelli offrivano i dolci ed il mister parlava con i genitori, il nostro cronista ha brevemente intervistato Pasquale Maiorino, autore di una doppietta nel pareggio con il Piacenza.

Alla vigilia della partita di Coppa Italia contro l’Arezzo il mister aveva espressamente chiesto i tuoi gol e le tue giocate che puntualmente sono arrivate. E’ questo il Maiorino che serve al Livorno?
“Sto bene, il mister ci carica sempre, sono arrivati finalmente i gol e spero di continuare a ripagarlo. Peccato per il risultato, però, quello viene sempre prima”.

Nonostante il Livorno fosse in 10 ha comunque dominato una squadra che viaggia nella parte alta della classifica.
“Sicuramente, come hai ben detto abbiamo dominato nonostante l’uomo in meno. Ci siamo comportati da squadra vera ed è questo quello che conta”.

Laudicino allo Store del Livorno (di Anna Campani) – Abbiamo parlato con Laudicino prima della giornata allo store ufficiale del Livorno “Dodici in Campo”, dedicata ai tifosi che si sono recati al negozio per foto e autografi con i giocatori, ecco cosa ci ha detto.

Un percorso iniziato ad agosto quando sei arrivato a Livorno, con molti obiettivi da raggiungere, obbiettivi che hai raggiunto.
“La soddisfazione è enorme, io mi sono fermato un paio d’ore oggi (giovedì 14 dicembre ndr) qui allo store e la gioia più grande è stato vedere tanti ragazzi giovani entrare, o addirittura giovanissimi accompagnati dalla mamma, dalla nonna, entusiasti degli articoli della collezione amaranto e felici di compare qualcosa. Questa è una delle più grandi soddisfazioni che deriva dai successi della squadra, che sono essenziali, ma che deriva soprattutto dalle iniziative che abbiamo messo in campo con la scuola. Il fatto di recarci negli istituti scolastici o di permettere loro di venire alla partita dà la possibilità a questi bambini di toccare i protagonisti e vederli da vicini. Le iniziative come quella di oggi dello store sono fondamentali, ho visto fuori tanti ragazzini con le bandiere. Possono entrare in contatto con i propri beniamini, che è essenziale”.

I bambini appunto, saranno i tifosi del futuro, è su di loro che dobbiamo puntare? E’ una vittoria vederli tornare allo stadio…è così?
“Loro sono i tifosi del futuro è vero, ma sono anche i tifosi del presente, perché un bambino generalmente ha genitori o nonni che se punta i piedi per esser portato allo stadio alla fine qualcuno lo porta al Picchi. Questo permette a questi ragazzi di crescere con l’amaranto nel sangue, e sarà un tifoso del domani, ma come detto anche del presente, ha una duplice valenza quindi”.

Una valenza importante tornare a tifare la squadra della propria città, una battaglia che sostieni con forza…
“Nasce tutto dal nostro motto “Una squadra, una città”. In rete è diventato virale un mio video, dove alle scuole Rodari, ho fatto quel piccolo discorso dove incitavo i bambini a non tifare le squadre con le maglie a strisce. “Via gli strisciati da Livorno”, questa frase è diventato poi uno slogan. Questo perché il Livorno ha una maglia tinta unita, amaranto e quella secondo me, in una città importante come Livorno, deve essere la prima squadra del cuore. Non la seconda o la terza. Giocando in C è normale che siamo molto limitati, perché poi i bambini alla fine tifano per le squadre che vincono”.

Quindi questi progetti sono ancora più fondamentali?
“Sicuramente avere in campo questi progetti e in più avere la squadra che vince è importantissimo. Se vinciamo il campionato poi magari ci sarà un mese di festa, a cavallo con la fine delle scuole e questa potrebbe essere quindi un’annata dove si sfornano tanti nuovi tifosi amaranto”.

Uno di questi nuovi tifosi amaranto è senza dubbio Maurizio Laudicino…giusto?
“Ci sono due aspetti che si incontrano, che si fondono in me. Io prima di tutto sono una persona che si mette in gioco, sempre fatto, qualsiasi lavoro abbia svolto nella mia carriera. Fare tutto questo per una squadra di calcio è molto più semplice. Entrano in gioco l’aspetto emotivo e l’aspetto dell’adrenalina, queste sono doti personali che ho portato a Livorno. Incontrando poi una città non fredda, non una città del nord, trovando una città passionale, dal sangue meridionale come atteggiamento è stato un mix esplosivo. Ci ho messo veramente poco a calarmi in questa realtà. A Livorno ho trovato quello di cui avevo bisogno per potermi esprimere. Puoi essere professionista quanto vuoi ma non riesci a calarti nella realtà come sto facendo io, senza essere tifoso”

Laudicino, ti abbiamo visto anche protagonista anche di eventi spontanei con i tifosi…
“Mi è capitato in una panetteria, mi sono ritrovato con alcuni tifosi. Mi chiedono perché sia andato. Rispondo che vado da tutte le parti, perché tutte le situazioni che vivo mi lasciano un qualcosa e mi aiutano a capire. Livorno è una città che va capita e quando lo capisci se un pezzo avanti”.

Per il futuro ci sono progetti in vista ancora non annunciati?
“Stiamo lavorando fortemente sul quadro tecnologico perché la tecnologia oggi nello sport è tutto. Presenteremo a breve l’applicazione, con una newsletter generata dopo ogni evento. Abbiamo lanciato da poco la card, e abbiamo intenzione di creare un nuovo sito a giugno. Un sito moderno, funzionale. Non solo, pensiamo che anche gli aspetti solidali siano importantissimi. Come ho già detto in estate Livorno ha una responsabilità anche dal punto di vista sociale. Quando sarà inaugurato il parco in Collinaia, ci sarà un ringraziamento al Livorno Calcio che devolvendo l’incasso della partita contro la Lucchese ha consentito questo, sarà una grande soddisfazione. Come sarà un momento toccante andare all’ospedale pediatrico la settimana prossima o a collaborare con l’Unicef con le Pigotte. Sono tutte cose importante. Il Livorno ha il dovere di restituire al territorio tutte le opportunità di cui è depositario. Dobbiamo fare sport e business perché il Livorno Calcio non è un onlus, però specialmente in una città come questa ha delle responsabilità sociali che vanno al di là di quelle che hanno altre società”.

 

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