Aci Livorno: “Dissuasori della sosta all’ex Jolly? Una soluzione pericolosa”
Intorno all’edificio che ospitava il Teatro Margherita sono stati posizionati pali anti parcheggio che mettono a rischio la sicurezza stradale: troppo bassi e non adeguatamente segnalati
Considerata la dislocazione privilegiata della propria sede nel quadro complessivo della geografia del centro cittadino labronico, l’Automobile Club Livorno non può esimersi dall’intervenire pubblicamente al fine di richiedere a chi di competenza maggiori delucidazioni riguardo i dissuasori sorti da un giorno all’altro lungo il perimetro dell’edificio che ospitava un tempo l’ex Teatro Margherita prima e il già cinema Jolly poi. Paletti che sporgono lungo il marciapiede a un’altezza decisamente molto bassa e per giunta privi di alcun dispositivo di segnalazione, anche notturna come ad esempio i classici catarifrangenti. Tali dispositivi si susseguono fitti lungo i tre lati che si affacciano su via Verdi, su via degli Apostoli e su via Michon.
Tralasciando la ripercussione negativa che tale soluzione ha prodotto sulla viabilità del quartiere, a causa della conseguente sostanziosa diminuzione degli spazi a disposizione per la sosta delle auto di proprietà dei residenti nell’area limitrofa, al fine di tutelare l’edificio ed evitare che le vetture parcheggino a ridosso dei nuovi locali oggetto per quasi tre anni di un’importante opera di ristrutturazione, in teoria avrebbe comuqnue dovuto essere più che sufficiente l’installazione di una semplice segnaletica verticale indicante il divieto di sosta.
I dissuasori invece, che si presume vengano almeno posti in opera previa ordinanza dell’ente proprietario della strada come prescritto dall’ ex art. 160 Dpr 16/12/92 n.495 e succ.mod. e art.42 c.d.s, vengono definiti nel dettaglio dalla normativa vigente. Secondo lo stesso Codice, i dissuasori devono essere visibili nell’arco delle 24 ore e in tutte le condizioni climatiche, possono essere costruiti con materiali diversi (nell’eventualità, anche in plastica cedibile) e soprattutto non devono creare a loro volta pericoli all’utenza stradale.
In considerazione anche dei limiti che sono attualmente in vigore lungo i tratti interessati (anche se il problema sussisterebbe anche con la previsione di una velocità ridotta), il rischio di urto con la lunga serie di impedimenti scarsamente visibili è molto alto, in primis per centauri e ciclisti. Il tutto tenendo conto che per quest’ultima categoria ancora oggi non è colpevolmente previsto l’obbligo del casco e una semplice caduta, una possibilità purtroppo sempre dietro l’angolo quando si pedala, può rivelarsi persino letale.
Non c’è bisogno infatti di ammonire facendo riferimento a fatti di cronaca nera analoghi e recenti: su tutti, l’incidente mortale occorso all’altezza di Piazza del Pamiglione nel maggio di quest’anno, vittima una scooterista caduta contro i blocchi di cemento discontinui posti lungo il bordo della strada (e malgrado questo tragico precedente, ancora oggi presenti).
Ostacoli artificiali, di qualsiasi tipo essi siano, restano quindi innegabilmente dei pericoli oggettivi per la circolazione sicura.
Riccardo Heusch e Virgilio Marcucci,
presidenti Commissione Traffico e Mobilità/Tutela dei diritti automobilisti
Nelle foto, i dissuasori pericolosi in quanto troppo bassi e non adeguatamente segnalati
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