Ivano e la sua casa-museo amaranto. L’intervista
La collezione di Falchini racchiude tutta la storia del Livorno Calcio e della città dei Quattro Mori: dagli articoli datati maggio 1915, ai calzettoni degli anni '90, passando per gli abbonamenti, i biglietti e le foto di squadra
Il tifoso livornese è colui che va in clima pre-partita molto prima del calcio d’inizio e non smette mai di pensare alla sua squadra del cuore. Il tifoso livornese è colui che va fiero dei propri colori, senza pensare ai risultati. Il tifoso livornese non conosce pioggia o vento, o meglio, è quello che li conosce fin troppo bene. Il “Tifoso Livornese” risponde al nome di Ivano Falchini. Architetto di professione, dal 1953 si trova a contatto con il colore amaranto. “Quando ero bambino mi innamorai subito di quel colore, mi piaceva proprio”, ha raccontato a Quilivorno.it.
La sua passione nasce prima grazie a suo zio, anche lui di nome Ivano, ex allenatore delle giovanili del Livorno; poi, nell’epoca Salemmo, diventa dirigente addetto al merchandising e alla creazione vera e propria delle maglie da gioco (come dimostra la foto con la maglia amaranto “a onde”). La sua è una collezione che racchiude tutta la storia del Livorno Calcio e della città di Livorno, dagli articoli datati maggio 1915, quattro mesi dopo la fondazione, ai calzettoni degli anni ’90, passando per gli abbonamenti, i biglietti e le foto di squadra. Solamente da come guarda e sistema gli oggetti si nota subito la sua passione quasi maniacale per gli amaranto: tratta il Livorno come se fosse un figlio, quasi come se non esistesse altro.
La nostra redazione lo ha incontrato nella sala stampa dello stadio “Armando Picchi”, dove Ivano, gentilmente, ci ha fatto tornare indietro nel tempo.
Ciao Ivano, nella tua collezione saltano subito all’occhio le numerose maglie, quante ne hai in totale e quali sono le tue preferite?
“Ne ho circa una novantina e le considero tutte uniche; se dovessi scegliere, opterei per la “mamma del Livorno Calcio”, datata 1906 (in foto quella blu e gialla ndr) e la maglia che ho disegnato personalmente negli anni ’80. Quella era amaranto per davvero, mica come queste recenti”.
La tua passione per il Livorno è viva sin dall’infanzia; da quanti anni porti avanti invece la collezione?
“Quando sono entrato nella dirigenza ho deciso di raccogliere tutti questi cimeli: vado ai mercatini, li compro su eBay, molte volte me li regalano. Ne ho veramente tanti, mi fanno quasi compagnia. Non sono, però, una persona che si tiene tutto per sé, mi piacerebbe condividere quello che ho con tutti, infatti ho in mente qualche progetto”.
Sarebbe a dire?
“Insieme agli assessori Morini e Belais stiamo cercando di organizzare, nella settimana prima di Natale, una mostra con tutte le figurine dei calciatori amaranto. Ovviamente oltre a me ci saranno altri collezionisti, e tutti insieme abbiamo l’obiettivo di far conoscere la storia del Livorno e di Livorno anche ai più piccoli”.
Parlando del Livorno attuale, come ti sembra questa squadra?
“La vedo bene, anche quando andiamo sotto siamo tranquilli, senza troppa furia di segnare. Sottil è in gamba, può essere l’uomo giusto al momento giusto”.
Recentemente hai vestito anche i panni di attore, eri infatti il “nonno” nel cortometraggio pre-derby di Luca dal Canto. Ci racconti questa esperienza?
“Si! (Ride, ndr) Sono una persona molto curiosa e aperta, quando Luca mi ha contattato non ho esitato neppure un secondo, anche il mio nipotino Lorenzo è stato bravissimo, siamo subito entrati in sintonia e abbiamo lavorato bene, ci siamo molto divertiti”.
Un’ultima domanda: un pensiero al derby?
“Per quanto riguarda la partita contro il Pisa, dobbiamo andarci sereni, saranno loro a doverci rincorrere. I ragazzi e il mister sanno cosa fare: sono molto fiducioso”.
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