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Geppetti va a “scuola” di Giorgio Gaber con “Sezione G”

Venerdì 3 Novembre 2017 — 16:59

Lo spettacolo è in programma sabato 11 alle 21,15 e domenica 12 novembre alle 17 al Teatro Cral Eni in viale Ippolito Nievo

E’ da un anno che questa idea bolliva nel calderone. Vuoi perché il protagonista e l’ideatore, l’artista a tutto tondo Emiliano Geppetti, è un grande estimatore e conoscitore di Giorgio Gaber, vuoi perché le cose “per bene” ci mettono un po’ per essere preparate. Fatto sta che sabato 11 alle 21,15 e domenica 12 novembre alle 17 al Teatro Cral Eni in viale Ippolito Nievo si apriranno i tendoni su “Sezione G. Ed è più bella anche la scuola”. Lo spettacolo con Emiliano Geppetti, Carlo Bosco, Raffaele Commone, Fabrizio Balest e con la partecipazione di Simonetta Del Cittadino nei panni di una professoressa è prodotto da “Nuovo Spazio Teatro”.
In un brano postumo di Giorgio Gaber si diceva: “Non insegnate ai bambini, non divulgate illusioni sociali. Non gli riempite il futuro di vecchi ideali. L’unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura”.
La canzone avrebbe dovuto far parte del nuovo spettacolo di teatro canzone preparato da Gaber e Luporini, che purtroppo non è mai stato allestito a causa della scomparsa dell’artista.
“Il testo del brano è un monito agli adulti in merito all’educazione ed agli insegnamenti da trasmettere ai loro figli ed ai bambini in generale – spiega Geppetti a Quilivorno.it –  Affinché l’innocenza non venga mai sporcata da una morale sbagliata o distorta e da vecchi ideali che condizionerebbero un cammino di vita ancora da esplorare. Per coltivare liberamente le proprie esperienze ed i propri personali pensieri. Vogliamo ripartire da qui. Senza pretese. In un allestimento originale, diverso dal solito recital, dove si mettono a confronto generazioni diverse e linguaggi diversi, attingendo dal vasto repertorio di testi e canzoni dell’artista. Un percorso formativo, una riflessione, uno slancio verso il cambiamento dove si scopre che essere veramente rivoluzionari è difficile perché non si riesce mai a dar fastidio a nessuno.
Sul palco dunque si canterà, si suonerà e si reciterà. Un intenso percorso interpretativo -attoriale e una rivisitazione del repertorio gaberiano grazie all’esperienza e all’estro dei musicisti del calibro di Bosco, Commone e Balest fisicamente presenti sul palco. Non solo un omaggio al “Signor G” dunque ma una chiave di lettura della cultura italiana passando proprio dai testi e dalle musiche di chi la cultura, a modo suo, l’ha scritta e interpretata cavalcando un periodo storico di intense rivoluzioni socio-culturali come gli anni ’60 e ’70.

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