Libertas, coach Pardini: “La squadra? Saprà lottare”
Intervista di mezza estate con coach Pardini. Ecco il punto di vista dell’allenatore della Libertas in previsione della prossima stagione.
Coach siamo a poco meno di un mese dall’inizio della preparazione, come è stata la tua estate e quella della Libertas?
È stata un estate sul campo in tutti i sensi, primo perché dopo pochi giorni dalla promozione eravamo già a lavoro per comporre il nuovo roster, secondo perché sul parquet non abbiamo mai interrotto con sedute individuali tecniche e fisiche, che a tutt’oggi continuano coinvolgendo anche i nuovi arrivati.
Abbiamo costruito una squadra avendo le idee chiare, cercavamo giocatori esperti, ma prima di tutto persone con un grande cuore e attitudine al lavoro.
E voglio ringraziare gli agenti Lorenzo Vandoni e Vincenzo Corona per il contributo dato alla Libertas nella costruzione della squadra .
Che tipo di squadra si presenterà ai nastri di partenza e con quali obiettivi?
Una squadra che dovrà lottare, che dovrà fare del lavoro il proprio pane quotidiano e che avrà, o almeno dovrà avere, una marcata identità difensiva. Il talento in attacco non manca, ma come sanno in molto io preferisco subire un canestro in meno che farne uno in più.
Sono da poco usciti i gironi e la Libertas è stata inclusa in quello Tosco-Piemontese-Lombardo (Girone A), che tipo di raggruppamento si profila essere?
È un raggruppamento che, geograficamente, rispecchia quello dello scorso anno. Ho visto squadre che si stanno attrezzando molto come Milano, ma poi come sappiamo tutti, i roster vincenti non sono album di figurine, ma gruppi di uomini che lottano per lo stesso obiettivo.
Dopo anni la Libertas non solo è tornata in Serie B, ma è anche la prima squadra cittadina ed il tutto coincide con il 70esimo anniversario della nascita delle “Vele”.
Si avverte quindi un certo tipo di pressione…
Credo che dovremo affrontare partita dopo partita senza pensare ad altro, un mattone alla volta.
70 anni sono un risultato straordinario soprattutto di questi tempi dove, purtroppo, molto spesso le società sportive nascono e muoiono come fuochi d’artificio.
Questo ci fa onore, ma la pressione la devono avere coloro che sono stati costruiti per vincere subito, il nostro deve essere un percorso intelligente di crescita graduale.
Ho grande fiducia nei ragazzi ma soprattutto nel lavoro che faremo grazie anche al mio staff e per questo ringrazio anticipatamente Stefano Menichetti, Stefano Malandra e Alessio Ottaviani.
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