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Traffico di droga: arrestate tredici persone. I luoghi dello spaccio e il costo delle dosi

Lunedì 26 Giugno 2017 — 12:00

Circa 40 finanzieri del Comando Provinciale di Livorno, con la collaborazione di unità cinofile, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quindici soggetti (due dei quali devono ancora essere rintracciati) per traffico di sostanze stupefacenti

Tra sabato e domenica 24 e 25 giugno, circa 40 finanzieri del Comando Provinciale di Livorno, con la collaborazione di unità cinofile, hanno dato esecuzione, su ordine della Procura della Repubblica di Livorno, ad un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale labronico, Antonio Del Forno, di custodia cautelare nei confronti di quindici soggetti (due dei quali devono ancora essere rintracciati), per traffico di sostanze stupefacenti (come si legge in un comunicato inviato dalla Finanza il 26 giugno).
L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, delegato diciannove perquisizioni in 5 regioni, nelle province di Livorno, Pisa, Cagliari, Torino, La Spezia e Brindisi, nei luoghi riconducibili agli arrestati nonché ad altri soggetti coinvolti nei medesimi traffici, indagati quali collaboratori degli arrestati.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Livorno hanno consentito di smantellare una fiorente ed articolata attività di traffico di sostanze stupefacenti sulla piazza cittadina.

La complessa attività antidroga, condotta dai finanzieri del Gruppo di Livorno anche mediante l’ausilio di indagini tecniche, ha consentito, nel suo complesso, oltre ad eseguire la custodia cautelare (disposta dal Giudice) nei confronti di 10 persone di età compresa tra i 20 ed i 38 anni (analoga misura, emessa sempre dal Giudice, pende nei riguardi di altri due soggetti, per i quali sono in corso ricerche sul territorio nazionale), ad operare l’arresto di altre 3 persone, sempre per spaccio di droga, di eseguire svariati sequestri per circa mezzo chilo di sostanze stupefacente (principalmente hashish, eroina e cocaina) oltre a denaro contante, frutto dell’illecita attività, per oltre 11 mila euro, nonché a tracciare oltre 330 cessioni di dosi destinate al consumo personale che hanno permesso agli spacciatori di incassare quasi 100 mila euro.
Molto significativo il profilo criminale dei soggetti destinatari di misura cautelare rintracciati e tratti in arresto: trattasi di A.K. (25enne tunisino), B.S.N. (32enne tunisino), B.S.M.A. (32enne tunisino), D.E. (32enne albanese), E.K.K. (25enne marocchino), J.M. (21enne marocchino), K.A. (20enne marocchino), N.J. (36enne tunisino), O.R.L.E. (23enne dominicana) e T.R. (32enne tunisino), quasi tutti con precedenti per attività di spaccio di sostanze stupefacenti (alcuni dei quali erano stati in passato già arrestati), nonché per reati contro il patrimonio.
Da segnalare, in particolare, in relazione alla pericolosità del contesto criminale, che uno degli arrestati, D.E., albanese, è risultato aver prestato servizio per ben otto anni nella “Legione straniera”, operando principalmente in Afghanistan; egli, inoltre, aveva precedenti per tentato omicidio volontario, essendo stato coinvolto in un episodio di aggressione con un coltello.

 

Altro soggetto destinatario di misura cautelare in carcere è, come anticipato, tale E.K.K. (marocchino), il quale, a differenza degli altri nove presenti sul territorio dello Stato con permesso di soggiorno regolare, è risultato essere stato allontanato dalla città di Livorno nel mese di marzo di quest’anno perché clandestino e condotto presso il “Centro di Identificazione ed Espulsione” di Brindisi.
Denunciati, complessivamente, 29 soggetti di varie nazionalità (italiana, tunisina, marocchina, albanese e della Repubblica Domenicana), che operavano, solitamente, tra il tardo pomeriggio e le prime ore della notte, principalmente nella città labronica e, nello specifico, in luoghi molto noti del centro cittadino.  Nel contempo, sono state segnalate all’Autorità Prefettizia numerose persone (dell’età mediamente intorno ai 30-40 anni) trovate in possesso della sostanza stupefacente da poco acquistata per farne uso personale.
Le indagini hanno preso avvio verso la fine del giugno 2016, con l’intensificazione, disposta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, in occasione del periodo estivo – in piena sinergia con la Procura della Repubblica di Livorno e la locale Autorità di Governo – dei controlli per contrastare lo spaccio e la detenzione ad uso personale di droghe nelle aree limitrofe all’accesso al porto labronico, in concomitanza con l’arrivo e partenza di navi da crociera e traghetti che ogni anno registra un grande flusso di turisti e viaggiatori in procinto di raggiungere le mete di vacanza. Nell’ambito dell’intensificata attività di perlustrazione e controllo del territorio, emergeva un particolare fenomeno che vedeva il ripetuto e costante approvvigionamento di sostanze stupefacenti in area cittadina da parte del personale di bordo dei traghetti che collegano il porto labronico con le vicine isole.
Le successive investigazioni, condotte con la costante direzione dell’Autorità Giudiziaria, consentivano di svelare l’esistenza di due distinti gruppi dediti allo spaccio: uno composto da soggetti di etnia magrebina, collegati ad alcuni albanesi, e l’altro da componenti di nazionalità prevalentemente tunisina, alcuni dei quali coniugati con donne italiane. Il primo gruppo “operava” maggiormente in piazza Cavour, via Grande e piazza Cavallotti spacciando cocaina e hashish.  Il secondo agiva invece tra piazza Garibaldi e piazza della Repubblica e si dedicava allo spaccio principalmente di eroina e cocaina. I prezzi erano: 15-20 euro per un grammo hashish, 35 euro per una dose di eroina, da 70 a 80 euro per la cocaina.  Numerosi servizi di osservazione e pedinamento, operati dai finanzieri con il ricorso anche a strumenti di registrazione visiva, hanno consentito di monitorare proprio l’occultamento della droga e i vari passaggi tra gli spacciatori e tra questi e i propri clienti. Con l’operazione in argomento, denominata “Porto Franco”, è stato, dunque, smantellato un sodalizio criminale operante nella città labronica, in risposta alle richieste di sicurezza avvertite dalla cittadinanza.

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