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Presentato il rapporto sull’economia. Spicca una popolazione “troppo anziana”

Venerdì 16 Giugno 2017 — 08:21

presentare i dati economici delle due province si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 15 giugno, nella sede livornese della Camera di commercio, la quindicesima Giornata dell’Economia (la prima della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno

di Giulia Bellaveglia

Nella fascia costiera compresa tra la nostra città di Livorno e quella di Grosseto sono più di
77000 le imprese che contribuiscono ad alimentare il meccanismo economico della nostra zona (foto Lanari). Proprio al fine di presentare i dati economici delle due province si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 15 giugno, nella sede livornese della Camera di commercio, la quindicesima Giornata dell’Economia (la prima della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno). Ad aprire l’incontro è stata Anna Maria Manzone, prefetto di Livorno: “La ricchezza in parte c’è, ma non circola a causa dell’attuale propensione al risparmio. Sarà mia premura lavorare su tutti i fronti per abbattere i numerosi ostacoli che portano a questo, come ad esempio,
l’economia illegale”. Condotti da Cristiano Meoni, caporedattore de Il Tirreno, hanno inoltre partecipato e sono successivamente intervenuti: Riccardo Breda, presidente Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati, Cristina Grieco, assessore istruzione, formazione e lavoro della Regione Toscana, Stefano Corsini, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno settentrionale, Gualtiero Fantoni, Ricercatore Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Pisa ed Enrico Morando, vice ministro dell’economia e delle finanze.

Nella sintesi del rapporto strutturale sull’economia delle province di Livorno e Grosseto (è possibile scaricare il rapporto completo con il link in fondo all’articolo) sono sostanzialmente emerse due problematiche: una legata al fattore umano e l’altra alle imprese. È stato possibile notare con chiarezza che la popolazione delle province di Livorno e Grosseto subisce un calo decisamente più marcato (rispettivamente 0,33 e 0,37 %) rispetto agli standard toscani (0,2%). Mentre in Toscana il 2015 è stato il primo anno di diminuzione, per le due province il calo si registra già da qualche anno. Anche per quanto riguarda la media per composizione del nucleo familiare, pari a 2,34 in Italia e 2,27 in Toscana, Livorno e Grosseto registrano appena un 2,15 e un 2,14. L’età media delle due province è di circa cinquanta anni (dovuta anche al cosiddetto baby boom del 1964) e nel periodo decennale 2006-2016 per sette anni la natalità è andata crescendo per poi subire un brusco ridimensionamento nel 2013 probabilmente dovuto anche al minor afflusso di nuovi immigrati e alla maggiore emigrazione delle giovani generazioni. Da questa analisi non è difficile capire che è sempre più alto il numero di persone sopra i sessantacinque anni e sempre più basso quello di persone sotto i quindici: ne consegue che maggiori sono i cittadini bisognosi di assistenza, ma minori sono coloro che se ne possono occupare perché più giovani. Le conseguenze di una popolazione “troppo anziana” si riflettono su numerosi aspetti che coinvolgono le imprese e più in generale l’economia dell’intera area territoriale, come ad esempio una progressiva diminuzione della popolazione autoctona con evidenti ricadute anche sull’impronta culturale e storica delle comunità locali, la variazione nella domanda di tipologia abitativa, un elevato grado di ospedalizzazione, un ammontare dei costi delle cure mediche, un’involuzione dei consumi interni con ripercussioni anche sulla rete distributiva commerciale dei piccoli comuni, una difficoltà nella continuità generazionale etc…
“I progetti che oggi ci vengono affidati dalla riforma del sistema camerale in atto – ha affermato il presidente Breda – devono necessariamente essere condivisi con la Regione Toscana e avere anche il supporto del Governo, che deve procedere con l’attuazione di riforme tanto attese per consentirci di lavorare sinergicamente in un’ottica di sviluppo più ampio”.

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