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“Anacronistici”, lo show emoziona il Goldoni

Domenica 28 Maggio 2017 — 08:59

Impossibile non sentire il silenzioso ma devastante grido di aiuto di adolescenti che non trovano le braccia aperte dalla vita e che annaspano attendendo in una faticosa sopravvivenza

Sipario aperto ma vuoto, sul fondo una enorme clessidra che imponente spicca tra la scenografia. Tra poco andrà in scena “Anacranostici, voi siete i miei occhi” per la regia di Lamberto Giannini, Claudia Mazzeranghi, Lucia Picchianti, Aurora Fontanelli e Cecilia Daniselli. Con la preziosa collaborazione della Fondazione Goldoni e dell’associazione Haccompagnami, il teatro Goldoni ha aperto le sue porte per due sere consecutive ad una compagnia teatrale che aveva voglia di emozionarsi e far emozionare.

E così è andata: una piccola dolce voce che canta un testo di Emma risuona nello stomaco come un urlo potentissimo; il bisogno di vedere negli occhi dei propri studenti nuovi stimoli e una carica sempre nuova scuote la coscienza di chi ha questa meravigliosa responsabilità ogni giorno tra le mani; il geniale e folle confronto fra un Hegel nativo di Lucca che ha scritto la marsigliese e un Kant in sedia a rotelle che non vuole ostacoli nel suo cammino, fa risuonare l’intero teatro di piene risate.
E poi ancora luci, parole, musiche, corpi che si muovono in totale armonia, guidati da un ballerino autistico che rapisce gli occhi e lo stomaco, oppure divisione e contrasto netto tra movimenti frenetici e andature a rallentatore.

Impossibile non sentire il silenzioso ma devastante grido di aiuto di adolescenti che non trovano le braccia aperte dalla vita e che annaspano attendendo in una faticosa sopravvivenza…responsabilità di tutti, o di nessuno a seconda dei parerei, ma comunque realtà vera, quotidiana quanto devastante.

Cerchi il modo per fare soldi?! Vuoi una pensione?! Fai il corso per diventare Down ed è fatta! Questi e tanti altri attimi sono stati vissuti, attimi che rappresentano un viaggio nella vita, nel tentativo di affrontarla con curiosità, con consapevolezza del dolore e con la voglia di ridere. Attimi che hanno acquisito senso perchè sono stati condivisi.Ognuno avrà il proprio vissuto, il prorio ricordo, il proprio attimo ma nell’intreccio finale, dove tutti gli attori si sono legati creando un corpo unico con in mezzo tutto il pubblico seduto in platea, ecco in quel momento un abbraccio coinvolgente ha legato tutti nel vivere e condividere l’emozione di attimo….anacronistici.

 

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