La tartaruga Olà tornerà libera in mare
Durante la sua permanenza presso l’Acquario di Livorno l’esemplare ha recuperato circa 8 kg di peso e ha ripreso a nuotare ed a comportarsi in maniera naturale
Si chiama Olà (o meglio questo è il nome che le hanno dato gli uomini) ed è una tartaruga marina che tornerà in libertà venerdì prossimo dopo un anno e mezzo di cattività.
Dopo un lungo percorso riabilitativo la tartaruga Olà vedrà di nuovo la libertà ed il mare aperto venerdì 26 maggio nell’ambito della Festa dei Parchi che si terrà nel fine settimana 26-28 maggio prossimo. Al termine dell’evento “Spiagge e fondali puliti”, manifestazione nazionale di Legambiente, la spiaggia ripulita di Marina di Alberese accoglierà a fine mattinata (circa 11,30) la liberazione in mare della tartaruga alla presenza degli operatori del Parco Regionale della Maremma, la sua presidente Lucia Venturi, la veterinaria che l’ha avuta in cura presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Talamone Chiara Caruso, il biologo dell’Acquario di Livorno Thomas Magliocco, ARPAT e Regione Toscana.
La tartaruga, una Caretta Caretta, recuperata nell’ambito delle attività di recupero dell’Osservatorio Toscano della Biodiversità (OTB) di Regione Toscana, era arrivata al Centro Recupero Tartarughe Marine di Grosseto (Club Subacqueo Grossetano) il giorno 19/11/2015, a seguito di richiesta di intervento da parte della Capitaneria di Porto- Delegazione di Spiaggia di Marina di Grosseto.
L’esemplare era stato segnalato da un passante che l’aveva rinvenuto spiaggiato. Questa persona aveva tentato di direzionare l’animale verso il mare nella speranza che tornasse spontaneamente al suo ambiente ma la tartaruga è rimasta immobile, stremata sulla battigia.
Gli operatori intervenuti si sono subito accorti della gravità delle sue condizioni, confermata anche dai primi esami ematologici a cui è stata sottoposta il giorno stesso del suo arrivo al centro di recupero. In quello stesso giorno è stato eseguito anche l’esame radiologico. La tartaruga era molto depressa, denutrita e disidratata ed è apparso subito chiaro, una volta messa in vasca , che la mobilità della parte posteriore del suo corpo era ridotta. Un altro fatto anomalo e di difficile interpretazione completa il quadro di questa tartaruga. Sul carapace (lato destro) sono visibili delle lettere incise presumibilmente con un oggetto appuntito (Foto). Inoltre il carapace (dorsale) e il piastrone (la parte ventrale) di Olà mostrano un restringimento nella loro porzione posteriore, quasi un’intaccatura, come se in questa zona fosse rimasto per lungo tempo una sorta di “legaccio” molto stretto dentro al quale la tartaruga è cresciuta; la parte dorsale anteriore del carapace, forse in conseguenza di questo, è cresciuta in maniera leggermente anomala dando luogo ad una bombatura eccessiva non consueta in questa specie.
Le terapie specifiche con farmaci sono andate avanti circa un mese finché un nuovo esame ematologico (ed il fatto che l’animale si alimentava in modo autonomo e regolare) ha reso possibile interromperla. Da quel momento è stata spostata in una vasca di circa 3000 litri ed è stata monitorata. Si è confermata la ridotta mobilità, soprattutto delle pinne posteriori, e la limitata capacità di nuoto.
A maggio 2016 è stata effettuata una prova di nuoto dentro una grande vasca (una piscina privata lunga 10 m, larga 5m e profonda 1,7m messa a disposizione dal signor Biagini, socio del Club Subacqueo Grossetano) dove la tartaruga è stata osservata per diverse ore; purtroppo l’animale ha mostrato difficoltà a mantenere il corretto assetto nel nuoto e a bilanciarsi con tendenza ad inclinarsi, fin quasi a capovolgersi in alcuni momenti.
La tartaruga Olà è stata affidata al CRTM di Talamone, gestito dal Parco Regionale della Maremma, in data 27/07/2016 dopo che, in seguito a problemi strutturali , il CRTM di Grosseto è stato chiuso e costretto, di fatto, a sospendere temporaneamente le proprie attività di recupero e riabilitazione delle tartarughe marine.
In base alla sua cartella clinica persisteva, dopo la ripresa iniziale, un deficit nella motricità delle pinne posteriori. Anche durante il ricovero della tartaruga presso il centro di Talamone si è notato che gli arti posteriori erano effettivamente poco utilizzati: la tartaruga stazionava sul fondo della vasca per risalire quando veniva alimentata, spesso si appoggiava sulle pinne posteriori; solo fuori dall’acqua, alla trazione, ritraeva leggermente le zampe posteriori. Il nuoto non era quindi troppo efficace ed ancora non era in grado di tornare in mare aperto.
I diversi soggetti interessati, coordinandosi con la rete toscana di recupero (OTB) ed ARPAT, hanno è cominciato a valutare la possibilità di riabituare gradualmente l’esemplare alla libertà attraverso una fase intermedia di semilibertà durante la quale fosse possibile anche esprimere valutazioni sulla sua capacità di predare.
A novembre 2016 si è ritenuto, perciò, opportuno trasferire la tartaruga Olà presso l’Acquario di Livorno – gestito da Costa Edutainment Sp.A. – dove è presente una grande vasca adatta a questo scopo.
Subito prima dello spostamento è stata eseguita una TAC presso l’Ospedale Veterinario di Pisa (della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università) e questo esame ha confermato che non erano presenti danni o lesioni che compromettessero la trasmissione nervosa agli arti posteriori pregiudicandone pertanto il recupero funzionale.
All’Acquario di Livorno, dapprima questo esemplare di tartaruga Caretta caretta è stato inserito in una vasca da 30.000 litri isolata dove – sotto la costante osservazione dei biologi dell’Acquario di Livorno e con l’ausilio di uno studente della Facoltà di Biologia dell’Università di Pisa – sono stati monitorati sia il suo comportamento che il ritmo natatorio.
Al suo arrivo all’Acquario di Livorno, l’esemplare presentava infatti una parziale paralisi delle pinne posteriori che ne impedivano il mantenimento della corretta posizione in acqua. Non appena le condizioni di salute sono migliorate, e dopo le opportune terapie, si è provveduto a spostare la tartaruga in una vasca di maggiori dimensioni dove nuotavano altre specie. In questa vasca dell’Acquario di Livorno, Olà ha trascorso un mese e mezzo, durante il quale è stata addestrata a cercare in autonomia il cibo che le veniva somministrato.
Durante la sua permanenza presso l’Acquario di Livorno l’esemplare ha recuperato circa 8 kg di peso e ha ripreso a nuotare ed a comportarsi in maniera naturale.
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