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Aci Livorno: urgenza di creare un sistema viario efficiente per risollevare l’economia locale

Martedì 23 Maggio 2017 — 17:27

Tutti noi ci troviamo ad assistere e convivere con il disagio quotidiano di una viabilità contraddistinta da una struttura attuale tanto anacronistica quanto inadatta alle esigenze del territorio e dei cittadini. Un fattore che aggrava non poco il contesto di un’economia locale già provata da una crisi economica di dimensioni globali ormai lunga un decennio  ed alla quale ad oggi non sembrano essere state trovate contromisure efficaci per la sua effettiva risoluzione, anche a causa della debolezza economica di un territorio sul quale pesa peraltro la scarsa diversificazione delle attività ivi operanti.

Una riprova concreta della gravità della situazione a livello locale è rappresentata dalle criticità che quotidianamente affliggono i flussi d’ingresso e uscita del centro urbano, lungo entrambe le direttrici verso nord e/o sud: non soltanto nelle ore considerate tradizionalmente ‘di punta’, ovvero quelle in coincidenza con l’apertura e la chiusura degli uffici, degli istituti scolastici e degli esercizi commerciali, si vengono a creare lunghe code di mezzi incolonnati. Gli utenti della strada livornesi sono così costretti ad attese interminabili procedendo in colonna a passo d’uomo già a partire dall’altezza del viale Italia, oppure al contrario già nei pressi di via della Cinta esterna e del Ponte Santa Trinita per chi proviene dall’ autostrada o dalla FIPILI.

Tutto questo con l’aggravante fisiologica che tali file, oltre che costituire un motivo di forte stress per automobilisti e centauri,  provocano un danno alla salute dei residenti delle zone limitrofe a causa del significativo innalzamento dei tassi di smog e di  emissioni inquinanti.

Allora la domanda che sorge spontanea è: perché si è arrivati al punto di causare tutto questo e, di conseguenza, si poteva operare in modo differente?

La risposta è altrettanto scontata: in tempi non sospetti, l’Automobile Club Livorno aveva auspicato che si seguisse un piano organico, elaborato attraverso un attento studio delle effettive esigenze dei cittadini e, in primis, tenendo inevitabilmente conto della morfologia del territorio. Un progetto che avrebbe dovuto basarsi anche sulle radicate abitudini locali in tema di modalità e orari che caratterizzano tradizionalmente gli spostamenti dei livornesi. Infatti, un piano della mobilità che si rispetti, a nostro avviso non può prescindere da alcuni dati preziosi. Indicazioni che sarebbero dovute emergere da quei rilievi statistici sui flussi che il nostro Ente ebbe modo di suggerire pubblicamente a più riprese e in varie occasioni.

Come scusante al pasticcio combinato con i recenti interventi apportati lungo le direttrici elencate in precedenza, non sarebbe accettabile neanche l’ipotesi ventilata da qualcuno e legata alle presunte tempistiche ristrette a causa dell’obbligo d’impiego delle risorse comunitarie entro una determinata data di scadenza. I finanziamenti provenienti dall’Unione Europea sono un bene talmente prezioso che l’impiego di tali fondi non può prescindere dall’essere finalizzato alla realizzazione di progetti davvero utili e indispensabili per la collettività.

Per favorire ogni insediamento industriale o anche soltanto una singola impresa commerciale, si deve partire dallo sviluppo delle infrastrutture circostanti alla zona interessata. Tale principio è ancor più innegabile nel quadro di un’economia come quella livornese incentrata sui servizi. Proprio a causa di tale natura, l’area labronica dovrebbe essere dotata di un sistema viario adatto all’ottimizzazione degli scambi commerciali, sia che si verifichino via gomma oppure che vengano finalizzati su rotaia: un sistema appetibile non può prescindere da infrastrutture efficienti.

A nostro avviso occorre quindi rivedere complessivamente il piano globale del traffico, creando alternative di viabilità per l’accesso alle zone commerciali e a quelle di interesse comune, eliminando veti ed ostacoli alla circolazione viaria, dando mandato a professionisti seri e preparati che individuino con organicità e competenza delle soluzioni per gli abitanti e chi si avvicina a Livorno, in primis per motivi professionali.

Proprio i cittadini, anche tramite rappresentanze delle proprie associazioni, dovrebbero rappresentare gli interlocutori previlegiati. Questi ultimi dovrebbero essere ascoltati prima di creare tali storture, perché sono loro che con le imposte versate  dotano l’Amministrazione Comunale delle risorse per soddisfare i bisogni della comunità e procedere agli investimenti consequenziali.

Un ultimo richiamo lo dobbiamo spendere poi sullo stato di degrado delle strade, il cui manto di asfalto in molti punti trafficati non riceve una frequente manutenzione, rendendo la rete viaria livornese pericolosa al transito di qualsiasi mezzo.

Franco Pardini

Presidente Automobile Club Livorno 

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