Snoopy, animalisti davanti al tribunale. Imputato in aula, 7 parti civili al processo
Prossima udienza programmata per l'11 luglio. La difesa dell'imputato ha preannunciato la richiesta della "messa in prova" presso un'associazione animalista
Nella mattina del 9 maggio si è aperto il processo relativo all’uccisione del cane Snoopy avvenuta nell’agosto del 2015 (clicca qui). Come annunciato, fuori dal tribunale era presente l’associazione AnimAnimale Onlus che ha organizzato un presidio (presenti una trentina di persone) per chiedere giustizia. Il tutto si è svolto con toni assolutamente pacifici.
L’udienza si è aperta intorno alle 11 all’interno dell’aula B del primo piano del palazzo di Giustizia di via Falcone e Borsellino nei confronti di Massimiliano Giunta, 39 anni, imputato e reo confesso, per “uccisione di animali” secondo l’articolo 544 bis del codice penale (chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, recita il codice). Presente in aula l’imputato difeso di fiducia dall’avvocato Gabriele Rondanina il quale ha preannunciato la richiesta di “messa in prova” che verrà avanzata nei confronti di qualche associazione animalista (preferibilmente) dove Giunta vorrebbe svolgere un periodo di assistenza e volontariato per espiare quanto ha cagionato con il suo gesto di cui si è già scusato più e più volte e per il quale ha scritto anche una lettera in cui chiede perdono, missiva che sarà messa agli atti all’interno del fascicolo.
A chiedere di essere ammessi come parti civili all’interno del processo ben 5 associazioni (Enpa, Animanimale Onlus, Animalisti italiani, Lega Abolizione Caccia e Lega Nazionale Difesa del Cane) , la proprietaria dell’animale ucciso (Annarita Vincenzoni e la figlia Arianna Lucisano) e il Comune di Livorno sopraggiunto last minute al processo in fase di richieste preliminari.
Il giudice monocratico Cardi ha dunque rinviato l’udienza all’11 luglio non prima di un paio di tappe intermedie (21 maggio e 20 giugno) fissate per questioni tecniche legate esclusivamente ad eventuali eccezioni per parti civili e difesa.
Il processo dunque entrerà nel vivo ad inizio luglio. “La volontà delle mie assistite – ha spiegato l’avvocato Giovanna De Pasquale che insieme alla collega Giulia Bottoni cura gli interessi legali della famiglia Lucisano-Vincenzoni proprietaria dell’animale da compagnia ucciso due estati fa -E’ quello di far chiarezza sulla vicenda che si è consumata in un quartiere della nostra città. Se abbiamo rifiutato una richiesta di risarcimento? Si confermo. Al momento la nostra volontà non è quella di ottenere soldi ma solo giustizia e chiarezza sull’accaduto”.
“Sono sempre più i sindaci che si costituiscono parte civile in procedimenti penali per maltrattamenti o uccisioni di animali – ha commentato Michele Pezone legale e responsabile Diritti Animali Lega Nazionale per la Difesa del Cane– e questo è sicuramente un indicatore di una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni, consapevoli che tali atti offendono intere comunità”
L’avvocato difensore ha già annunciato che chiederà la cosiddetta messa alla prova in alternativa alla carcerazione in caso di condanna. “Questa è un’eventualità da non prendere nemmeno in considerazione – osserva Piera Rosati, presidente Lega Nazionale per la Difesa del Cane – “Le persone che si macchiano di questi crimini così efferati sono un pericolo per la collettività e meritano condanne esemplari. Ci auguriamo che il Giudice non accolga la richiesta di messa alla prova”.
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