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Frode fiscale, ditte di autotrasporti nei guai: sequestrati due mln e 18 automezzi

Giovedì 4 Maggio 2017 — 12:41

Operazione “Ghost Truck”: sequestri di denaro, automezzi e quote societarie per oltre 2 milioni di euro nei confronti di ditte di autotrasporti

Nell’ambito delle investigazioni, rientranti nell’operazione denominata “Ghost Truck”, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, su ordine della Procura della Repubblica labronica hanno dato esecuzione a ulteriori due provvedimenti di sequestro preventivo finalizzati alla confisca per equivalente per circa 2 milioni di euro (come riporta un comunicato della Finanza inviato nella mattina del 4 maggio).
Le indagini – che a gennaio avevano portato all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliare nei confronti di un imprenditore livornese ed al sequestro di beni mobili e disponibilità finanziarie per oltre 300 mila euro, con la denuncia di 18 persone per reati fiscali – traggono origine da una complessa indagine, condotta dal Gruppo di Livorno e coordinata dai sostituti procuratori Massimo Mannucci e Daniele Rosa, basata sull’approfondimento di anomali rapporti commerciali tra imprese labroniche, operanti nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi.

La ricostruzione delle Fiamme Gialle aveva già consentito di individuare numerose ditte “cartiere”, prive di una effettiva capacità patrimoniale, sprovviste di un reale impianto contabile, intestate a “prestanome” ed inottemperanti, di fatto, agli obblighi fiscali, le quali emettevano fatture gonfiate, aventi ad oggetto l’esecuzione di prestazioni di trasporto, a favore delle imprese beneficiarie, consentendo a queste ultime l’indebita deduzione dei relativi costi e la detrazione dell’Iva esposta in fattura.
Le investigazioni proseguite dai finanzieri hanno fatto emergere il coinvolgimento nella frode di altre quattro imprese operanti nel settore degli autotrasporti: una società di persone con sede a Livorno e tre ditte individuali aventi formalmente sede al di fuori del territorio labronico. In particolare, è stato accertato che una delle citate ditte individuali ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 280 mila euro nei confronti della società di persone livornese. Le altre due ditte individuali, invece, a fronte di una concreta e fiorente attività imprenditoriale effettivamente svolta, oltre ad aver occultato la documentazione contabile, risultano aver omesso la presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali occultando all’Erario materia imponibile per oltre 6,5 milioni di euro, con un’imposta evasa quantificata in oltre 1,8 milioni di euro.
All’esito delle nuove indagini, è stata così quantificata un’imposta evasa complessivamente pari a circa 2 milioni di euro (che si somma a quella, pari a circa 3 milioni di euro, già accertata in seno alla medesima operazione). Per questo i giudici (conclude il comunicato della Finanza) per le indagini preliminari del locale Tribunale, Ottavio Mosti e Antonio del Forno, hanno emesso due ordinanze finalizzate al sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, titoli, quote societarie e beni mobili registrati. In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, i militari hanno provveduto a ricostruire – anche valorizzando il patrimonio informativo a disposizione attraverso le molteplici banche dati in uso al Corpo – le disponibilità finanziarie e patrimoniali delle imprese, così sottoponendo a vincolo cautelare denaro, 18 automezzi (di cui 4 trattori stradali, 9 rimorchi e 5 autovetture tra le quali una Opel Insignia), nonché quote societarie. L’attività eseguita ha la finalità di assicurare, in maniera trasversale e multidisciplinare, il contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiori gravità ed è il risultato della stretta sinergia operativa sviluppata con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, volta all’aggressione dei patrimoni illeciti.

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