Stretta su mini market e asporto in vetro
Allo studio da parte della giunta Nogarin, in seguito al decreto Minniti, il divieto di alcool da asporto in vetro per tutti i locali e il divieto per i mini-market delle zone "calde" di vendere alcolici dopo le 21
Il decreto Minniti, approvato con 145 voti a favore dal Senato e che entro il 18 aprile dovrà essere convertito in legge, prevede per i sindaci poteri aggiuntivi. I primi cittadini avranno, tra l’altro, la possibilità di emettere ordinanze anti degrado e di tutela della vivibilità dei residenti, limitando per un massimo di 60 giorni gli orari di vendita e somministrazione di alcolici e superalcolici in zone molto frequentate, anche in relazione allo svolgimento di alcuni eventi. “Già da tempo abbiamo chiesto al questore di intensificare i controlli nell’area Garibaldi-Repubblica – ha affermato Filippo Nogarin in Consiglio comunale, rispondendo a Marco Martelli (Pd) che lo aveva sollecitato sul tema della sicurezza nel centro città – e ora con il decreto Minniti abbiamo una nuova carta da giocare della quale voglio avvalermi”. Ecco quindi che il sindaco ha annunciato un pacchetto di ordinanze che abbia come oggetto la movida notturna. In particolare, “stiamo vagliando la possibilità di vietare la vendita di alcol da asporto in vetro per tutti i locali cittadini”. Al contempo “stiamo lavorando a un provvedimento che proibisca ai mini-market, come quelli esistenti in piazza Garibaldi, il commercio di alcolici dopo le 21”. Tuttavia, ha proseguito il primo cittadino, “è chiaro che senza i controlli le ordinanze sono difficili da far rispettare” e la volontà dell’amministrazione è quella di “aspettare la conversione in legge del decreto per poter attuare ciò che ha in mente, anche per non incorrere in quello già successo alla giunta Nardella a Firenze che ha visto annullarsi dal Tar l’ordinanza che vietava la vendita di alcolici nei mini-market del centro storico dalle 22 alle 6”.
“Le questioni del decoro e della sicurezza – ha avvertito Marco Cannito (Città diversa) – vanno a mio avviso affrontate in parallelo, altrimenti si rischia di fare un’operazione di mera forza pubblica”. Critico nei confronti del decreto che porta il nome del ministro dell’Interno il consigliere di Futuro Andrea Raspanti, secondo il quale “in nome del decoro vengono commesse gravi ingiustizie e sono criminalizzate povertà e marginalità sociale”.
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