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Nespoli si addestra a Livorno per la terza missione

Lunedì 13 Febbraio 2017 — 18:31

Sta completando l'addestramento alla Kayser, l’azienda livornese leader nel settore della ricerca spaziale, per la sua terza missione che lo vedrà protagonista, per sei mesi, di una serie di esperimenti

di Jessica Bueno

“Andiamo al di fuori della Terra.. per la Terra stessa”. A chi gli chiede degli obiettivi del suo mestiere, l’astronauta Paolo Nespoli risponde così, riportando una citazione della Nasa. Alla soglia dei 60 anni, Paolo sta completando l’addestramento alla Kayser, l’azienda livornese leader nel settore della ricerca spaziale, per la sua terza missione che lo vedrà protagonista, per sei mesi, di una serie di esperimenti in orbita riguardanti la fisiologia umana e la botanica vegetale che probabilmente partiranno nel periodo estivo, a luglio. Il fatto di essere il membro più anziano dell’equipaggio non costituisce una carenza: sarà la persona con più esperienza sul campo, un bagaglio culturale da cui attingere conoscenze, un esempio di coraggio e temperamento per i colleghi più giovani. Perché questi aspetti non sono sottoposti alla legge del tempo che scorre, specialmente in chi mantiene viva quella voglia di esplorare, conoscere, sperimentare come bambini alla scoperta di un mondo nuovo.
Il primo volo di Paolo risale al 2007 e durò 15 giorni. Nel 2010 prese parte ad una missione europea di lunga durata: 159 giorni in orbita come ingegnere di bordo della Stazione Spaziale. Un compito che, pur con le sue mansioni specifiche, ingloba abilità di medico, idraulico, meccanico, gruista ed elettricista, per poter far fronte a qualsiasi problematica della macchina. Un buon astronauta deve quindi essere tuttofare, perché “se qualcosa si rompe non possiamo di certo dire Houston, ci mandate un elettricista?“.
La missione di Nespoli rientra nel programma Stazione Spaziale Internazionale, una casa-laboratorio in cui è possibile condurre e portare a termine sperimentazioni che non sarebbero praticabili negli studi terrestri. La Nasa è uno dei partner, insieme alle agenzie spaziali russa, giapponese, canadese ed europea. L’Italia è parte dell’agenzia spaziale europea e possiede un programma diretto, un accordo con la NASA (MPLM, Multi Purpose Logistic Module) derivante dalle forti capacità tecniche e scientifiche nel settore che hanno permesso di costruire alcune parti della Stazione Spaziale in cambio di voli per astronauti e periodi di tempo dedicati agli esperimenti italiani, risorse molto complesse da ottenere.  “Questo accordo è importante – dice Paolo Nespoli –  ci ha permesso di eseguire tre voli sullo Shuttle. Questo è il terzo di lunga durata. Far volare un astronauta sulla Stazione è una cosa molto complessa, costosa e difficile.
Ci sono vari enti in Italia che contribuiscono al settore aerospaziale e la Kayser di Livorno ormai da 30 anni  riesce ad adattare alle esigenze dello spazio determinati esperimenti”. Esperimenti che vedono gli astronauti anche in veste di cavie: vengono controllati diversi parametri, tra cui l’allungamento del corpo in orbita, come variano la pressione all’interno della scatola cranica e la forza delle mani in seguito alla mancanza di gravità. “Diventiamo noi stessi esperimenti – continua Nespoli – In orbita ci sono situazioni diverse, il nostro corpo reagisce di conseguenza. Addirittura, in queste condizioni, lo scheletro viene smantellato dal nostro corpo: è quello che succede alle persone di una certa età colpite dall’osteoporosi. Perdiamo calcio fino a 10 volte in più rispetto a una persona osteoporotica sulla Terra”. La missione sarà sotto la diretta responsabilità del centro di controllo di Houston. La Kayser costituisce un centro di supporto alle operazioni, ci sarà un collegamento speciale con la NASA con la possibilità di accedere in tempo reale alla Stazione, seguire le operazioni e dare eventualmente contributi scientifici.
L’esperimento che verrà attuato è quello risultato vincitore di un bando di concorso dell’agenzia spaziale italiana: i ragazzi delle scuole superiori dovevano proporre idee per esperimenti da condurre sulla Stazione Spaziale.
Il liceo scientifico Fedeli di Napoli, in congiunzione con l’Università Federico II, ha creato la proposta vincente. Si cerca di capire come dei semi di piante si sviluppino in orbita: sulla Terra le radici vanno verso il fondo, cosa succede in mancanza di gravità? Verranno messi tre terreni di coltura diversa (uno secco, uno con dell’acqua e uno con dei nutrienti chimici). I semi verranno fatti germogliare e si cercherà di capire, oltre alla gravità, cosa ne influenza la crescita. Allo scopo la Kayser ha messo a punto un equipaggiamento specifico, delle cellette da inserire in una scatoletta elettronica funzionante in orbita che andrà spenta dopo un mese.
In orbita ci sono requisiti di sicurezza ed affidabilità completamente diversi e maggiori rispetto a quelli di un classico laboratorio. La capacità dell’azienda Kayser di consentire l’eseguibilità dei test sullo spazio è stata riconosciuta anche a livello europeo: un orgoglio che Livorno può permettersi di vantare.
Ai giornalisti presenti è stato mostrato, alla fine dell’incontro, il centro di controllo dell’azienda in cui è possibile monitorare le attività degli astronauti in orbita attraverso un programma giornaliero di attività da portare a termine, avere conversazioni radiofoniche e se necessario dare un supporto scientifico. Un punto da cui, insomma, è possibile avere una connessione con lo spazio infinito e ancora da scoprire e che, nonostante gli enormi progressi della tecnica, continua a stupire e a meravigliare addetti ai lavori e non.

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