La Coop di via Mastacchi non deve chiudere. L’appello
Apprendiamo con stupore e delusione la notizia in merito alla decisione della Coop di chiudere il Negozio In-Coop di Via Mastacchi (ma anche di altri punti vendita di quartiere). Le ragioni di tali decisioni certamente non tengono conto dell’aspetto puramente “romantico”, della storia di questi punti vendita. Storia di abitanti, storia di quartieri, di strade e di lavoratori coop.
Molte persone sono cresciute andando a fare la spesa alla coop di Via Mastacchi, i bimbi sono diventati adulti, le mamme sono diventate anziane, tenendo come riferimento proprio quel piccolo punto vendita, che probabilmente rappresenta anche l’ultimo baluardo di ciò che erano anche i negozi di quartiere, entrando meno frequentemente e per qualcuno anche non entrando mai in altri punti vendita locali molto più grandi.
Non lasciandosi andare a facili e sterili romanticismi, allora si pongono domande e considerazioni molto pratiche, anche negli interessi della Coop. La storia della Coop è intrecciata con gli abitanti, i cittadini, che con i primi negozi Coop trovavano la possibilità di comprare i generi essenziali a miglior prezzo, soprattutto nell’immediato dopoguerrra. Coop, almeno nella sua accezione storica, porta in sé il valore di persone che si sono organizzate per dare vita a posti di lavoro contestualmente nell’intento di migliorare la possibilità di acquisto per le persone in genere ed in particolare nei quartieri più poveri, come povero è stato il quartiere Corea, fin dalla sua nascita, costruito con le macerie dei palazzi bombardati di città, dove furono sistemate intere famiglie in quelle cosiddette “case-minime”. Famiglie povere, ma che alla Coop hanno trovato la possibilità di fare la loro spesa. Crediamo fortemente che il punto di forza di un soggetto commerciale, dovrebbe essere proprio la capillarità nel territorio e non la concentrazione, per raggiungere tutti gli abitanti, per consolidare e rinverdire i valori per cui Coop è nata e sta tuttora rappresentando il punto di riferimento di tanti cittadini, perché la storia ha il suo peso. La fiducia la si guadagna anche con i prezzi, ma anche con una eredità. Quella della memoria del cittadino.
Soprattutto in tempi come questi, in cui forse qualcuno non lo vuole ammettere, ma siamo in un periodo di povertà, economica, culturale, sociale. Pertanto, lasciare il negozio di quartiere, fra l’altro sempre molto frequentato, è importante per stringere e spostare l’attenzione di nuovo sulle persone e non sui meccanismi del mercato. Questa è la strategia vincente. Restare accanto alle persone e non recidere con un taglio netto una storia così lunga e gloriosa.
L’altro aspetto non meno importante, è rappresentato dal fatto che le persone, il cittadino semplice, trova nei lavoratori del punto vendita di Via Mastacchi, quella familiarità, quella socialità persa negli anni con la sparizione dei negozi di quartiere.
Si chiede che la Dirigenza Coop possa ascoltare la voce delle persone, partire dalle loro richieste e possano rivedere le loro strategie indirizzandole nella salvaguardia del punto vendita In-Coop di Via Mastacchi e che tale possa rappresentare anche un nuovo punto di partenza per la stessa Coop che ha ancora all’interno la possibilità di tornare sempre più vicina alle persone.
Giuliano Turchi
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