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Cresce il numero di imprese turistiche

Mercoledì 18 Gennaio 2017 — 04:14

L'analisi relativa al primo semestre 2016 del Centro Studi e Ricerche della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno: 2.093 imprese a Grosseto (+1,1% tendenziale), 4.100 a Livorno (+1,4%)

In attesa dei più completi ed esaustivi dati sugli arrivi e presenze dell’anno trascorso, che come consuetudine verranno rilasciati dalla Regione Toscana nei mesi di maggio-giugno, il Centro Studi e Ricerche della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno ha effettuato un approfondimento dei dati sull’andamento delle imprese cosiddette turistiche nelle province di Grosseto e Livorno relativamente al primo semestre del 2016.

Negli ultimi anni le imprese attive nel turismo, settore già “maturo” dal punto di vista imprenditoriale, hanno continuato a crescere senza soluzione di continuità, anche nei momenti peggiori della crisi economica. A metà 2016 le sedi d’impresa turistiche registrate in provincia di Grosseto risultavano pari a 2.093 unità (+1,1% tendenziale), mentre a Livorno erano 4.100 (+1,4%). Variazioni meno ampie, ancorché positive, caratterizzano l’andamento delle imprese turistiche allorquando si considerano solo quelle in effettiva attività. Quasi tutti i sistemi economici locali che compongono le due province mostrano un avanzamento nel numero d’imprese, soprattutto l’Arcipelago Toscano (+2,5%) e l’Amiata Grossetano (+2,8%); mentre le sole Val di Cecina e Colline Metallifere subiscono un arretramento tendenziale calcolato in un punto percentuale.
L’offerta di strutture turistiche che negli ultimi anni le province di Grosseto e Livorno sono state in grado di mettere in campo è non solo consistente, ma anche variegata. Alla fine del 2015 si componeva di ben 3.230 esercizi (1.948 a Grosseto e 1.282 a Livorno), con una ricettività di quasi 220 mila posti letto, per una media di 67 posti letto per esercizio. Le sole strutture alberghiere erano 671 (303 a Grosseto e 368 a Livorno), suddivise fra 515 alberghi e 156 residenze turistico alberghiere, che assieme potevano vantare ben oltre 50 mila posti letto, quasi 21 mila camere ed oltre 22 mila bagni; con una media di 75,3 posti letto per struttura alberghiera. Le strutture extralberghiere ammontavano a 2.559 (1.645 a Grosseto e 914 a Livorno), per un totale di quasi 167 mila posti letto, con una media di 65 posti letto per struttura. Tali dati si riferiscono alle strutture in quanto tali e non alle sedi d’impresa sopracitate e pertanto si discostano da queste ultime per numerosità; la fonte utilizzata è la Rilevazione statistica del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, Regione Toscana. I dati forniti dall’Ufficio Italiano Cambi e relativi ai viaggiatori stranieri in Italia stimano in poco meno di 7,7 milioni il numero di quelli giunti in Toscana nei primi nove mesi del 2016, valore che risulta in deciso aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Di questi, circa 360 mila avrebbero dichiarato di visitare la provincia di Livorno, 150 mila quella di Grosseto e, al contrario di quanto accade a livello regionale, tali flussi sarebbero in forte ribasso tendenziale. Bisogna comunque considerare che, come detto, si tratta di un’indagine campionaria che sottostima notevolmente i dati per le province periferiche a vantaggio dell’identità Toscana/Firenze/città d’arte. L’afflusso turistico è stimato in 33,5 milioni di pernottamenti in Toscana, 1,7 in provincia di Livorno e 930 mila in quella di Grosseto: coerentemente con gli arrivi, il dato regionale appare in aumento, mentre quelli provinciali sono in forte calo. Il turismo straniero dovrebbe aver portato “nelle tasche” dei toscani circa 3,7 miliardi di euro, di questi, solo 125 milioni in quelle dei livornesi e 69 in quelle dei grossetani. Si calcola che ogni turista abbia speso poco più di 70 euro al giorno per la propria permanenza a Livorno o Grosseto contro una media di 110 euro per la Toscana nel suo complesso.

Il turismo che contraddistingue le province di Livorno e Grosseto è per la maggior parte balneare e risente in modo marcato della stagionalità del fenomeno, nonché, più in generale, di un’ipersensibilità nei confronti degli andamenti meteorologici. La maggioranza dei turisti italiani proviene solo da alcune regioni (Toscana e Lombardia in primis) mentre quelli stranieri si concentrano in poche nazionalità (tedeschi, francesi e olandesi) che di norma giungono con voli aerei a medio raggio o, per lo più, col proprio mezzo di trasporto. La clientela, pur fidelizzata, è dunque poco differenziata in termini di provenienza, fatto che potrebbe costituire in via teorica una criticità. I turisti provenienti da altri continenti sono ancora in numero limitato ma è anche chiaro che la maggior parte di essi, quando decide di visitare l’Italia, preferisce recarsi nelle città d’arte famose e prestigiose, piuttosto che rilassarsi al sole di un’accattivante spiaggia o fra gli ulivi di un agriturismo, nel “dolce far nulla”.

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