Arrestato imprenditore. Frode: 17 nei guai
In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, i militari del Gruppo di Livorno hanno sottoposto a sequestro di 35 automezzi per il trasporto di merce tra cui anche un Mercedes per un valore di 300mila euro
Nella giornata del 13 gennaio, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, sotto la direzione della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno – nei confronti di un imprenditore livornese (le generalità dell’arrestato e delle persone finite nei guai non sono state rese note dalle forze dell’ordine) . Pluripregiudicato e con all’attivo, nell’arco di un decennio, condanne per traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione e bancarotta fraudolenta, nonché già destinatario di un provvedimento di interdizione perpetua dai pubblici uffici, il soggetto aveva creato una fitta rete di rapporti tra società e ideato un complesso e sofisticato schema fraudolento, avvalendosi della collaborazione di numerosi soggetti, finalizzato a sottrarre al Fisco ingente materia imponibile.
L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo di quote societarie ed automezzi riconducibili all’imprenditore in relazione ai reati di frode fiscale.
L’attività d’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il locale Tribunale, Dott. Massimo Mannucci, condotta nell’ambito dell’operazione denominata “Ghost Truck” dai finanzieri del Gruppo di Livorno, ha permesso di individuare un giro di fatture false per quasi nove milioni di euro. Le investigazioni traggono origine dall’approfondimento di anomale operazioni di compravendita di mezzi stradali operate dall’imprenditore livornese a favore di imprese labroniche, per lo più fallite o decotte, operanti nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi.
La ricostruzione delle operazioni ha consentito ai finanzieri di svelare un articolato sistema di frode che ha visto coinvolte diverse aziende, operanti nel settore dei trasporti sul territorio livornese, alcune delle quali, attive tra il 2010 e il 2013, hanno subappaltato l’effettuazione di prestazioni di trasporto ad imprese rivelatesi “cartiere”, prive, cioè, di una effettiva capacità patrimoniale, sprovviste di un reale impianto contabile, intestate a “prestanome” ed inottemperanti, di fatto, agli obblighi fiscali. Queste ultime, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre ditte, sempre riconducibili all’arrestato, hanno formalmente immatricolato numerosi trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state, di fatto, le effettive proprietarie. In tal modo, le imprese “cartiere”, c.d. “missing trader”, si sono fittiziamente dotate di un parco veicolare (di cui in realtà non disponevano) ed hanno, al pari, formalmente assunto personale impiegato come “autista”, il quale, tuttavia, era gestito direttamente dall’imprenditore dominus della frode, per il tramite delle società beneficiarie della frode. Le stesse “cartiere” emettevano, a loro volta, fatture gonfiate aventi ad oggetto l’esecuzione di prestazioni di trasporto a favore delle imprese beneficiarie, consentendo a queste ultime – reali titolari dei mezzi di trasporto e dirette beneficiarie delle prestazioni rese dagli autisti, dalle medesime “di fatto” dipendenti – l’indebita deduzione dei relativi costi, la detrazione dell’I.V.A. esposta in fattura e il mancato pagamento degli oneri contributivi e previdenziali connessi al personale.
Le imprese cartiere hanno, altresì, sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni, il versamento delle imposte e degli oneri contributivi e previdenziali, qualificandosi come “evasori totali”. Le investigazioni, svolte anche attraverso indagini finanziarie e audizioni di numerosi soggetti, hanno avuto ad oggetto 11 soggetti economici ed hanno portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Livorno, oltre che dell’imprenditore arrestato, di ulteriori 17 persone, per i reati, a vario titolo, di emissione ed utilizzo di false fatture, omessa dichiarazione, omesso versamento di I.V.A., distruzione di documentazione contabile, falsità ideologica, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. A tale ultimo riguardo, le attività di indagine hanno permesso di rilevare come il soggetto tratto in arresto, unitamente ad altri, abbia distratto da una società al medesimo riconducibile ingenti somme di denaro e numerosi beni mobili registrati.
In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, i militari del Gruppo di Livorno hanno sottoposto a sequestro di 35 automezzi per il trasporto di merce – tra cui 10 trattori stradali (marca Mercedes, Scania, Iveco) e 24 semirimorchi oltre ad un’autovettura marca Mercedes – per un controvalore di oltre euro 300.000, oltre a quote societarie.
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