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Torna Zelig. Intervista a Stefano Bellani

Giovedì 15 Dicembre 2016 — 07:07

Venerdì 16 torna al Cral Eni la banda di Zelig Lab con una speciale puntata natalizia. Come ogni anno l’officina di nuovi talenti, (da cui, tra i tanti, è uscita anche la “Disturbanda”, banda comica musicale che sarà a Zelig Event su Canale 5 giovedì 15 dicembre), torna con un nuovo speciale natalizio pieno di gag e nuovi monologhi.  Quilivorno.it mette a disposizione dei suoi lettori due biglietti omaggio per i primi che hanno inviato una mail a [email protected]che abbia avuto per oggetto la parola ZELIG e che abbia al suo interno il nome e il cognome del probabile vincitore del ticket. Ad ogni mail corrisponderà uno e un solo vincitore.
I vincitori saranno contattati direttamente dallo staff di Zelig Lab.
Tra i  tanti pesi massimi della risata c’è anche il comico Stefano Bellani, già visto a Zelig e Zelig Off, con cui parliamo in vista dell’ evento.

Quando e come hai iniziato a fare cabaret?

Ho iniziato nel 1997 proponendo uno spettacolo serale in occasione della mostra dedicata a Uliano Martini alla Limonaia a Pisa. Avevo cose che scrivevo da anni e mi feci coraggio. Portai un paio di amici più esperti, Giovanni Carignani e Gabriele Bianchi, per dividere il palco con loro. C’era il giardino della Limonaia pieno di gente e ricordo chiaramente le impressioni prima del debutto: “Perché mi sono messo in questo casino?”. Poi andò bene.

Chi sono i tuoi maestri e i tuoi modelli?

I maestri sono tutti quelli che ho avuto la fortuna di scegliere come insegnanti e che hanno avuto la passione per trasmettere le conoscenze. Purtroppo quando si inizia si è ovviamente ignoranti e c’è il rischio di capitare nelle mani di qualche sedicente “guru” che poco ha a che fare con la pedagogia teatrale. Io sono stato molto fortunato. I modelli, a essere sincero, sono tutti i comici che si vedevano in tv quando ero piccolo. Ho sempre cercato di rubare qualcosa da tutti quelli che vedevo.

Come nascono i tuoi monologhi?

Cerco di raccontare e mi deve suonare bene mentre racconto. Poi se mi accorgo che non si ride quanto voglio si deve aggiungere qua e là. Col tempo e se è possibile ci si fa aiutare anche da un autore. E’ il lavoro che si fa anche al Laboratorio Zelig. Io ho sempre preferito la cose che fanno anche un po’ riflettere e quindi si deve stare attenti a non cadere nelle retorica.

Un momento della tua carriera da raccontare ai nipoti?

Sono andato in Panda da Pisa a Santa Maria di Leuca per uno spettacolo in un locale. C’erano dei camerieri muscolosissimi che a metà spettacolo mi invitarono a andarmene. Il problema era che l’agenzia mi aveva mandato a sostituire la star locale e il proprietario non l’aveva presa bene. Capisci, non è che a Santa Maria di Leuca ti puoi mettere a discutere con quattro camerieri sosia dei Village People. Così ho fatto Santa Maria di Leuca- Pisa con la Panda e senza cachet. Questo così i miei nipoti, se vogliono fare i comici, saranno veramente motivati.

Un aneddoto divertente sul mondo del cabaret che ti fa sempre ridere?

Il boss della malavita milanese che, entrando in un locale accompagnato da due prostitute durante uno spettacolo di Paolo Rossi, appoggiando la pistola sul tavolo gli disse: “E ora fammi ridere”.

Che cosa è per te il laboratorio livornese?

E’ un’occasione per provare cose nuove davanti al pubblico con la possibilità di continuare a confrontarsi.

Cosa consiglieresti a un giovane comico che vuole iniziare?

Allo stato attuale faccio fatica a dare consigli. Quando ho iniziato io c’erano buone possibilità anche per chi non passava in televisione. Molti locali cercavano comici per riempire la programmazione e se si spargeva la voce che avevi uno spettacolo decente poteva anche capitarti, anche all’inizio, qualche piccola tournée in giro per l’Italia. Si poteva lavorare anche con un buon repertorio, non solo con la trovata televisiva. Poteva capitare che un comico famoso ti facesse fare l’apertura al suo spettacolo e l’agenzia ti pagava anche il gettone di presenza. C’erano dei bellissimi concorsi di cabaret dove potevi farti vedere e che, anche se non vincevi, potevano portarti serate. Non c’erano i talent. Non c’erano i social. Non c’erano gli youtuber. E’ vero, anche allora c’era Costanzo… ma senza la De Filippi. ZELIG era soltanto un locale mitico. Al giovane non so cosa dire e confesso la mia obsolesceza. Per i nativi digitali, ne sono certo, si vive meglio adesso. Ma prima di far danni con un giovane è meglio tacere. Posso forse dare qualche dritta su come stare sul palco.

Ospite del prossimo appuntamento di laboratorio sarà l’ “Associazione Paraplegici Livorno”. Parlaci del grande lavoro di questa realtà

Venerdì abbiamo invitato Fabrizio Torsi, presidente e anima dell’associazione. Il lavoro che sta facendo per l’autonomia di queste persone che troppo spesso si chiudono in casa, a causa degli ostacoli che incontrano, è veramente straordinario. Basti pensare che hanno un parco auto con 15 veicoli adattati. E che veicoli. Invito a visitare il loro sito www.paraplegicilivorno.com per avere un’idea. Ci troviamo anche la storia di Francesca Bertini e della sua Fiat 500 con comandi manuali del 1965. Una storia di coraggio e di indipendenza che mi ha veramente colpito. Venerdì presenteremo anche il nuovo calendario dell’Associazione.

Tre motivi per venire a vedere Zelig Lab?

Perché solo tre?!?!?!

L’appuntamento con la risata è dunque per Venerdi’ 16 Dicembre, Teatro Cral Eni, ore 21;2.0 con Zelig Livorno. (Ingresso anticrisi a 7 euro – Per info e prenotazioni 0586 401308) Sul palco Giovanni Bondi, Stefano Bellani, Andrea Cappellini, Nico Pelosini, Silvia Lepri, Francesco Frosini, Gianluca Garrapa, Rosy Bimbi, Simone Gambis e tanti tanti altri. Autori e comici assicurano “Si ride abbestia”.

 

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