Mia madre, malata di sclerosi, privata dell’indipendenza
Scrivo per segnalare una situazione di “malaumanità” (come la definisco io) perché ancora non riusciamo a capire come sia possibile creare tutte queste difficoltà ad una persona con una invalidità dell’80% (ridotta dal 100% + accompagnamento). Infatti mia madre, affetta da sclerosi multipla da almeno 35 anni, doveva recarsi davanti alla commissione sanitaria per il rinnovo della patente, cosa che aveva sempre fatto regolarmente in tutti questi anni. Dopo aver atteso almeno 4 ore per essere visitata le è stato detto che la sua patente risultava ritirata e quindi non le avrebbero fatto la visita. Mia madre ha mostrato loro la patente e il permesso provvisorio che le avevano rilasciato in motorizzazione ma loro sono stati irremovibili e le hanno detto che doveva tornare alla motorizzazione per chiarire la situazione.
Siamo tornati alla motorizzazione civile e loro hanno confermato che la patente era regolare e che comunque la visita la commissione l’avrebbe dovuta fare comunque. Quindi siamo tornati per fare la visita alla ex USL 6 (sede Medicina Legale – Via Venuti 56 Livorno) per prendere un nuovo appuntamento per un’altra visita che le è stata fissata per giovedi 24 novembre. Il giorno della visita, (dopo altre ore di attesa) la commissione ha di nuovo rinviato mia madre alla motorizzazione senza eseguire nessuna visita con una busta sigillata da consegnare ad un dirigente della motorizzazione. Nella lettera che il dirigente ha aperto e letto davanti a noi c’era semplicemente scritto che loro della motorizzazione dovevano scrivere due righe dove dicevano che la patente era in regola.
A questo punto dobbiamo tornare di nuovo per prendere un’appuntamento per la visita. In tutto questo tempo mia madre ha fatto grandi sforzi sia fisici che psicologici perchè anche il permesso è scaduto e la patente pure. La motorizzazione non ha vicino fermate di mezzi pubblici e l’ascensore è rotto, e comunque il personale è stato molto più gentile dell’USL 6 dove nessuno risponde mai al telefono e se rispondono non sanno mai dirti niente.
Mia madre usa la macchina per recarsi a lavoro (fa la cassiera alla Coop sempre come categoria protetta), e ora che è iniziato il freddo (che lei patisce molto), è costretta ad andare a piedi ed è limitata anche per la spesa dal momento che deve portare tutto a mano. Mia madre ha la sclerosi multipla da molti anni, è sempre stata un carattere molto forte infatti si è sempre ripresa molto bene da molti episodi di coma, ematoma celebrale e molto altro ancora, fa regolarmente l’interferone beta tre iniezioni alla settimana che le danno febbre e altri effetti collaterali. In seguito a questi fatti sopra descritti lei si è però voluta rivolgere ad un avvocato per sentire un’opinione perché si è sentita ‘impotente’ davanti a questo trattamento. Chiaramente le è stato detto che nulla poteva fare perchè la battaglia è persa in partenza, noi familiari le abbiamo consigliato di non sprecare le sue preziose ma limitate energie per questa cosa, ma lei è ferita nell’orgoglio e nella sua indipendenza (per lei fondamentale).
Anche questa mattina sono andata a prenderla per portarla al lavoro e come è accaduto in questi ultimi giorni l’ho vista demoralizzata e abbattuta, questo mi fa male perché anch’io mi sento impotente, cosa posso fare se non denunciare questi fatti? Queste persone non potevano parlare tra loro telefonicamente? Non potevano evitare viaggi e viaggi, tempo prezioso, energie fisiche e mentali di una persona già messa a dura prova dalla vita? Io sono sconcertata e vorrei tanto che questo episodio fosse reso pubblico e sono anche molto curiosa di sapere alla prossima visita (che ancora non è stata fissata) cosa le diranno.
Sandra Milella
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