Ostaggi sull’autobus… ma è un’esercitazione
Nei bellissimi locali della Scuola Superiore Sant’Anna, il Comandante Generale dell’Arma Tullio Del Sette e il Rettore Pierdomenico Perata hanno firmato un accordo per la realizzazione di 50 corsi di alta formazione rivolti al personale delle Istituzioni Europee impiegato in aree a rischio.
In particolare, la convenzione prevede lo svolgimento, entro i prossimi due anni, di 50 corsi di Hostile Environment Awareness Training (HEAT) per la formazione di 1.350 dirigenti e funzionari. La consolidata esperienza dell’Arma nei teatri operativi e il riconosciuto profilo internazionale della Scuola Sant’Anna hanno determinato il successo di questo progetto, accolto con favore dalle Istituzioni Europee.
I corsi heat, svolti da istruttori del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” e da docenti della Scuola Sant’Anna, forniscono ai frequentatori nozioni generali per fronteggiare situazioni di pericolo durante le missioni internazionali, nonché capacità pratiche in particolari ambiti, quali le tecniche di movimento a piedi e a bordo di autoveicoli o l’utilizzo di apparecchiature ed equipaggiamenti speciali.
Fino ad oggi l’Arma dei Carabinieri ha già svolto, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna, 18 corsi HEAT, che hanno consentito di qualificare 400 frequentatori appartenenti a diversi organismi dell’Unione Europea.
Dopo la firma il generale Del Sette si è recato al CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) di San Piero a Grado, dove ha assistito all’esercitazione finale del corso in atto.
L’esercitazione – Successivamente il Generale Del Sette si è spostato a Livorno, sede della 2° Brigata Mobile e del GIS (Gruppo di Intervento Speciale), Reparto di eccellenza per le situazioni ad alto rischio, per verificare le predisposizioni operative nei casi di allarme per il terrorismo o i gravi fatti di sangue. Di seguito si recherà a valle Ugione, un’area addestrativa nei pressi di Livorno, per assistere a un’esercitazione antiterrorismo del GIS.
Nel primo pomeriggio gli operatori del Gruppo di Intervento Speciale hanno poi simulato un’azione terroristica a bordo di un autobus con la presa di ostaggi.
La liberazione dei prigionieri è stata sceneggiata in tutte le fasi: dalla pianificazione alla trattativa, condotta dal nucleo negoziatori del Reparto, fino all’intervento risolutivo a fuoco.
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