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Stop tatuaggi ai minori senza consenso

Giovedì 20 Ottobre 2016 — 08:04

Approvato per la prima volta il regolamento per le attività di acconciatore, estetista, tatuaggi e piercing. Tra le novità la figura di responsabile tecnico nel negozio e divieto ai minorenni senza l'ok dei genitori

Dopo l’approvazione di un regolamento comunale per l’apertura delle sale giochi e l’uso di slot machine (leggi qui), per la prima volta il Comune di Livorno approva (all’unanimità) anche un regolamento per le attività di acconciatore, estetista, tatuaggi e piercing. “Un aspetto importante – ha spiegato l’assessore al commercio Paola Baldari – è costituito dall’introduzione della figura del responsabile tecnico: persona che deve essere sempre presente nell’esercizio durante lo svolgimento dell’attività”. In caso di malattia o temporaneo impedimento del responsabile tecnico – si legge nell’atto – il titolare dell’esercizio deve designare un sostituto, munito di idonea abilitazione professionale, dandone opportuna comunicazione.
Entrando più nel dettaglio, l’attività di estetista potrà essere svolta anche congiuntamente all’attività di acconciatore o a quella di tatuatore e piercing in locali conformi alla normativa vigente in materia igienico-sanitaria, sicurezza dei luoghi di lavoro e urbanistica. In particolare, per quanto riguarda piercing e tatuaggi sarà vietato eseguirli, a esclusione del piercing al padiglione auricolare, ai minori di anni diciotto senza il consenso reso personalmente dai genitori o dal tutore. Non sarà comunque permessa l’esecuzione di tatuaggi e piercing, escludendo il piercing al padiglione auricolare, ai ragazzini che hanno meno di quattordici anni.  Infine, i clienti dovranno essere informati sui rischi legati alla realizzazione e sulle precauzioni da tenere dopo averne fatto uno. Il regolamento si adegua a quanto già previsto dalla normativa nazionale e regionale. Va specificato che queste prescrizioni non si applicano all’attività di medicina estetica, perché rientrante nell’esercizio della professione medica. “Si tratta di una regolamentazione – ha proseguito Baldari – costruita di comune accordo con le associazioni di categoria, in particolare con Cna e Asl”. Già nel 2010, con la passata amministrazione, era stato iniziato un percorso di questo tipo, che tuttavia non è mai stato portato a compimento. “Queste regole si sono rese necessarie – ha aggiunto l’assessore – per cercare di dare una lettura d’insieme ad attività simili per procedure e strutture”.

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