Aci: “Pisa andata e ritorno: un calvario quotidiano per i pendolari labronici”
Il termine ‘vergognoso’ non rende l’idea della situazione tanto confusionaria quanto pericolosa venutasi a creare per la viabilità lungo via da Vinci.
Gli automobilisti pendolari livornesi si trovano in questi giorni a dover fare i conti quotidianamente non soltanto con l’ampiamente preannunciata chiusura dell’Aurelia per i lavori di manutenzione alla struttura del cavalcaferrovia in zona stazione di Tombolo, bensì anche con i disagi provocati dall’apertura di un secondo cantiere, utile alla costruzione di un attraversamento ferroviario finalizzato a collegare la via ferrata al sito dell’azienda Grandi Molini Italiani.
Tempistiche assurde, ostacoli illogici. Questo doppio ostacolo da aggirare forzatamente ha trasformato il viaggio di lavoro di centinaia di livornesi in un calvario fatto di code, attese snervanti, manovre azzardate per cercare di limare i tempi di percorrenza del prorpio tragitto. Definire come infelice la tempistica della contemporanea apertura del cantiere in via Da Vinci, divenuta nel frattempo un’arteria cruciale nell’ottica di quei pochi tracciati percorribili in alternativa al tradizionale itinerario dell’Aurelia, equivale ad utilizzare un eufemismo.
A tal proposito, vogliamo credere che sicuramente l’intervento in questione sarà stato tanto urgente quanto necessario per non poter essere rimandato ad inizio 2017, ovvero termine entro il quale l’Aurelia dovrebbe essere nuovamente aperta al traffico. Quello che ci lascia però davvero basiti è il sistema semaforico automatizzato che è stato approntato sul posto. La mattina tra le ore 7 e le 9, la quasi totalità del traffico è infatti in gran parte diretto verso nord, vale a dire in uscita dalla città e verso le sedi di lavoro, mentre nel senso opposto i veicoli Fermi in attesa sono soltanto una sparuta manciata.
A fronte di tale disparità nella necessità di smaltimento del volume di traffico, il semaforo in questione invece continua ad essere programmato per regolare i flussi con tempistiche tanto eque quanto inutili e paradossali. Questo palese, ulteriore disservizio contribuisce alla puntuale formazione di una coda chilometrica di mezzi. Una fila che molto spesso arriva ad allungarsi sino a toccare via delle Cateratte.
Domande irrisolte. Possibile che chi è demandato a gestire tale situazione di estrema emergenza non arrivi a comprendere che c’è urgenza di rimettere mano all’organizzazione? Frustrante a tal proposito il colloquio telefonico intrattenuto con un addetto della Polizia Stradale Livorno: di fronte alla nostra immediata segnalazione della problematica di cui sopra, l’operatore si è limitato a rimandare la competenza di un futuro eventuale intervento alla Polizia Municipale, facendo esplicitamente intendere di non voler provvedere neanche a girare la questione al comando dei vigili urbani.
Non è tollerabile quindi che la categoria degli automobilisti venga costantamente bistrattata nelle sue più basilari esigenze e venga invece tenuta in considerazione dagli amministratori soltanto in qualità di fascia contribuente da sottoporre a tassazione.
La proposta. Per provare ad ovviare a questa pesante problematica, ci sentiamo comunque di formulare una semplice proposta: installare quanto prima un semaforo ‘intelligente’, che riesca a riconoscere (magari attraverso un collegamento tramite fotocellula o qualche altro sistema di segnalazione) una sorta di priorità alla fila più lunga. Oppure, ancor più semplicemente, riprogrammare il semaforo attualmente già in funzione in modo da aumentare la durata della parentesi ‘verde’, alternativamente in entrambe le direttrici. Questo almeno nel corso dei cosiddetti orari di punta, vale a dire in uscita dalla città nelle prime ore della mattina e in entrata nel secondo pomeriggio, quando gli uffici e le fabbriche chiudono i battenti.
Riccardo Heusch
Presidente Commissione Traffico e Mobilità
AC Livorno
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