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90mila prodotti non sicuri: maxi sequestro della Finanza

Sabato 24 Settembre 2016 — 08:51

Gli articoli sono stati individuati dai militari, su tutto il territorio della provincia di Livorno, durante numerosi controlli, eseguiti a tutela del consumatore, all'interno di esercizi generalmente gestiti da cittadini cinesi

Sequestrati dalle Fiamme Gialle labroniche, nel periodo estivo, oltre 90.000 beni non sicuri, destinati alla rivendita, tra i quali, in particolare, accessori per la casa e prodotti per la persona. Gli articoli sono stati individuati dai militari, su tutto il territorio della provincia di Livorno, durante numerosi controlli, eseguiti a tutela del consumatore, all’interno di esercizi generalmente gestiti da cittadini cinesi, che commercializzavano beni di vario genere, tra cui giocattoli, accessori per la telefonia, prodotti cosmetici e per l’igiene personale.

Gli articoli sono risultati, peraltro, tutti privi di istruzioni d’uso e/o indicazioni circa le loro caratteristiche tecniche (in lingua italiana), sì da non fornire, in tal modo, alcuna informazione di tracciabilità con riferimento alla relativa composizione, produzione e confezionamento, dati essenziali per una valutazione soggettiva della loro pericolosità.

Ognuno dei titolari delle imprese controllate, nei cui confronti sono state rilevate le citate irregolarità, è stato segnalato alla Camera di Commercio di Livorno per le violazioni di cui al decreto legislativo nr. 206 del 2005 (Codice del Consumo), per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro, oltre alla confisca e distruzione dei prodotti sequestrati.

Di particolare rilievo le attività eseguite dalla Tenenza di Cecina nei Comuni di Rosignano Marittimo e Cecina con il sequestro di circa 60.000 prodotti e quelle condotte dai finanzieri del Gruppo di Livorno che, nel solo comune labronico, hanno effettuato sequestri di circa 25.000 articoli.

Le attività eseguite testimoniano il costante presidio esercitato dalla Guardia di Finanza sull’intero territorio della provincia, a contrasto di comportamenti idonei, da un lato, ad alterare la concorrenza tra gli operatori del mercato e, ancor più, a causare potenziale danno alla salute del consumatore finale, nell’acquisto incauto di prodotti privi della marcatura “CE”, la quale, di converso, ne avrebbe garantito l’assemblaggio con materiali certificati.

Da inizio anno, i prodotti sottoposti a vincolo cautelare dai finanzieri in provincia di Livorno, in quanto non conformi alle prescrizioni del Codice del Consumo, sono pari ad oltre 150.000.

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