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Acqua, bolletta più cara. Scontro Nogarin-Pd

Mercoledì 21 Settembre 2016 — 07:52

Nel 2016 aumento del 2,7% invece del 6,5%. Nogarin: "Avremmo preferito che non ci fosse alcun aumento ma la legge ce lo impedisce". Il Pd: "Lo ha proposto lui l'aumento"

Scontro sulla bolletta dell’acqua fra Nogarin e Pd. Da una parte il sindaco di Livorno che annuncia di aver scongiurato un aumento ben più alto. Dall’altra il partito democratico ribatte che l’aumento è stato voluto dal primo cittadino.
Il 20 settembre i sindaci della Conferenza territoriale zona 5 dell’Autorità idrica toscana hanno infatti approvato all’unanimità le nuove tariffe dell’acqua relative al quadriennio 2016-2019 nei comuni serviti da Asa. La Conferenza territoriale ha fatto propria la proposta presentata dal sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, di alzare nel 2016 le tariffe solo del 2,7% rispetto all’anno precedente, invece del 6,5% proposto dalla società. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato – commenta Nogarin -. Con l’incremento del 2,7% , che è il più basso di tutta la Toscana, otteniamo una duplice vittoria: da un lato riusciamo a garantire gli investimenti di cui il territorio ha un disperato bisogno. Dall’altro lato, per la prima volta, permettiamo alle famiglie livornesi di ricevere entro fine 2016 un conguaglio in bolletta di circa 7 euro di media”. Questo perché la nuova tariffa andrà a sostituirsi a quella già applicata da Asa dall’inizio dell’anno e che prevedeva un aumento del 4,7% rispetto al 2015.
“In sostanza – precisa il sindaco – i cittadini riavranno indietro quel 2% della tariffa che hanno ingiustamente pagato ogni mese da gennaio ad oggi. Avremmo preferito che non ci fosse alcun aumento ma la legge ce lo impedisce: se avessimo percorso quella strada, avremmo obbligato l’Autorità nazionale per l’energia elettrica e il gas ad adottare la tariffa proposta dall’azienda. Il che significa che i cittadini, invece di ricevere soldi indietro, avrebbero finito per spendere 23 euro in più rispetto al 2015 per pagarsi l’acqua”. “In questo modo, al contrario, – spiega Nogarin – non solo diamo respiro ai nostri concittadini applicando l’incremento più basso in assoluto dell’intera regione, ma diamo anche il tempo ad Asa di ricontrattare il mutuo contratto nel 2010 con le banche e che era servito per finanziare gli investimenti. Un mutuo che aveva un tasso di interessi di oltre il 7% e che oggi pesa come un macigno sui conti dell’azienda”. “Alcuni sindaci Pd hanno sollevato dubbi su questa proposta, sostenendo che un aumento così contenuto non garantirebbe gli investimenti programmati da Asa. Questo è falso – conclude il primo cittadino livornese -. Ci siamo rivolti all’Ait, che è un ente tecnico, e le proiezioni che ci hanno fornito parlano chiaro: le risorse che verranno raccolte saranno sufficienti a coprire tutti i lavori inseriti nel piano degli investimenti, così come tutti gli interventi straordinari. Non si capisce dunque la posizione del Pd, che sembra sempre restio a fare gli interessi dei cittadini, preferendo fare quelli delle grandi società”.

Il comunicato del Pd – La responsabilità istituzionale con la quale i sindaci del PD hanno valutato, certo con stupore, la proposta avanzata dal sindaco di Livorno relativa all’aumento delle tariffe dell’acqua, non può tacitare gli elementi di perplessità che la stessa ha suscitato. Il cartello dei sindaci contro tutto infatti, dopo essersi stracciato le vesti su gestioni idriche definite fallimentari (vedi sindaco di Suvereto), e dopo aver più volte ribadito il concetto della cosiddetta acqua pubblica, ha valutato in termini positivi una proposta di mediazione tra l’aumento delle tariffe richiesto da ASA, quello proposto da AIT – sul cui ruolo se squisitamente tecnico si dovrà tornare – e il livello di aumento di tariffa indicato dal sindaco di Livorno. Tutto questo è avvenuto senza una verifica puntuale delle necessità di investimento dei territori, senza una valutazione degli obblighi di adeguamento degli impianti di depurazione, ma con una generica e estremamente semplicistica affermazione di riduzione dei costi da parte dell’azienda peraltro non presente alla riunione. In questo contesto i sindaci del PD non possono che ribadire la necessita inderogabile e indifferibile di un piano industriale e finanziario di ASA senza il quale qualunque aumento appare velleitario, strumentale e comunque penalizzante senza prospettive di miglioramento della rete per le comunità.

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