Morte di Ciampi. Il cordoglio del Comitato Coppa Barontini
Il Comitato Coppa “Ilio Barontini”, appresa la notizia della morte di Carlo Azeglio Ciampi, livornese e decimo presidente della Repubblica, lo ricorda sempre vicino e attento alla vita e alle tradizioni storiche della sua città e tra queste alla Coppa Barontini. Proprio in occasione di varie edizioni della manifestazione remiera dedicata, ci preme ricordarlo, a uno dei costituenti, Ilio Barontini, Ciampi inviò alcuni messaggi che di volta in volta hanno riguardato temi importanti quali il lavoro, i giovani e l’Europa. Per la 49° edizione della Coppa Barontini Ciampi ci inviò un messaggio che abbiamo pubblicato sul ‘Serrate 2016’. In questo messaggio Carlo Azeglio Ciampi ‘parla’ di quando settanta anni fa nacque la Repubblica ricordando quel giorno come “l’alba di un giorno nuovo”.
Alla moglie Franca e ai figli la vicinanza del Comitato Coppa “Ilio Barontini”.
Questo il messaggio inviato dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi al Dott. Massimiliano Talini, Presidente del Comitato Organizzatore Coppa “Ilio Barontini ”
Caro Presidente,
innanzitutto desidero rivolgere un sentito ringraziamento a Lei e al Comitato organizzatore per la decisione di dedicare alla mia persona la Coppa Ilio Barontini di quest’anno.
Questa 49° edizione della manifestazione cade nell’anno che celebra i settant’anni della Repubblica e per ciò stesso essa viene ad assumere un di più di significato per la nostra amata Livorno, la cui profonda e radicata vocazione alla libertà e alla democrazia è iscritta nella sua storia e nelle storie di tanti suoi figli.
Grande è pertanto la mia emozione nel sapermi accomunato al settantesimo della Repubblica. Emozione figlia del ricordo sempre presente della visione di Livorno quale mi apparve nel 1944, al mio rientro dopo le vicissitudini seguite all’8 settembre. Sono solito muovere da quella immagine per ripercorrere il cammino fatto dal nostro Paese.
Di fronte a tante macerie, materiali e morali, non era facile intravedere il futuro; eppure, proprio da quelle rovine sembrava levarsi per noi, per gli Italiani, “l’alba di un giorno nuovo”, fattosi poi giorno pieno e pieno di luce il 2 giugno 1946. Era una rinascita conquistata con inauditi, talora estremi sacrifici da parte di alcuni; con la mobilitazione e l’impegno di una collettività, di quanti militavano o sostenevano le diverse, pur se contrapposte, forze politiche.
Oggi, le difficoltà economiche e le loro pesanti conseguenze sociali; il clima d’incertezza che attanaglia la nostra società; la confusione e lo smarrimento di molti dinnanzi a episodi di malgoverno sono tutti fattori che concorrono ad allontanare i cittadini dalla Politica, sentita come matrice di ogni male. Occorre guardarsi dai rischi di siffatti sentimenti. Occorre, innanzitutto, ritrovare il rispetto delle Istituzioni repubblicane. Un rispetto al quale è propedeutica la coscienza dei propri doveri di cittadini, oltre che dei diritti, poiché – come ha osservato di recente Luciano Violante in un articolo esemplare – “Un paese funziona non solo quando la politica adempie ai propri compiti, ma anche quando i cittadini adempiono alle proprie responsabilità, fissate dalla Costituzione nei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale. Senza un equilibrio tra diritti e doveri la Repubblica rischia di perdere la funzione fondamentale di garanzia di unità della nazione”.
Non si dà altra strada per tornare allo spirito, ai valori che hanno dato vita alla Repubblica, ma “Tornare alla Repubblica – conclude Violante – non significa evocare valori astratti; significa costruire comportamenti concreti, ispirati al senso del dovere,al rispetto della verità e al primato dell’interesse nazionale. E’ uno sforzo difficile, ma le condizioni attuali esigono che venga compiuto”.
Non avrei saputo trovare espressioni più efficaci per manifestare il mio pensiero; che più fedelmente riflettano il mio sentire.
Ed è con questi pensieri e in questo spirito che, rinnovando il mio ringraziamento, mi unisco a Voi tutti per onorare l’anniversario della Repubblica.
Un cordiale e affettuoso saluto
Carlo Azeglio Ciampi
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