Il critico d’arte Sgarbi “padrino” a sorpresa del Museo della Città
Centinaia di persone presenti all'inaugurazione del Museo della Città ai Bottini dell'Olio, in Venezia, con oltre 600 opere. A sorpresa arriva anche Vittorio Sgarbi. FOTO e VIDEO
E’ arrivato a sorpresa anche Vittorio Sgarbi all’inaugurazione, il 30 aprile, del Museo della Città ai Bottini dell’Olio fra musica, danza e teatro (nel link in fondo all’articolo il programma dell’opening day e la gallery dell’inaugurazione a cura di Simone Lanari). Il critico d’arte è arrivato intorno alle 18,30 e ha apprezzato particolarmente le oltre 600 opere esposte. Accompagnato dal sindaco Nogarin, Sgarbi è stato dunque un vero e proprio “padrino” a sorpresa per questo battesimo museale tanto atteso da tutta Livorno e non solo. Tra gli artisti presenti all’evento inaugurale anche Bobo Rondelli che si è esibito cantando “Livorno” di Piero Ciampi.
Il Museo delle collezioni cittadine è un ampio percorso da ammirare che, attraverso opere d’arte, fotografie, cimeli e reperti archeologici, selezionati dalla collezioni cittadine, racconta l’evoluzione storica e culturale di Livorno, dalle sue origini fino all’epoca attuale (clicca qui per guardare il video-tour del percorso museale e clicca sul link in fondo all’articolo per consultare il foto-tour a cura di Simone Lanari all’interno della fotogallery).
Un museo nel museo, potremmo definire la sua collocazione, perché il nuovo percorso espositivo trova spazio nell’antico edificio dei Bottini dell’Olio nel cuore del quartiere Venezia. Un grande deposito oleario del ‘700 con ampi ambienti e volte a crociera, un tempo adibiti alla conservazione dell’olio. È qui che attraverso oggetti, immagini, installazioni e supporti multimediali si potrà ripercorrere la storia di Livorno, un suggestivo “viaggio” nel tempo per recuperarne la memoria antica e recente.
Il percorso – Si parte dall’archeologia e dai numerosi reperti provenienti dai siti dell’area livornese e pisana: vasellame, bronzi, busti e fibule che testimoniano la forte vitalità di Livorno strettamente connessa allo sviluppo del vicino Portus Pisanus fin dalla prima età del Ferro. Determinante in questa sezione, la preziosa collezione archeologica e numismatica Enrico Chiellini donata al Comune nel 1883 con reperti pregiati che risalgono all’età etrusca e romana . Di forte suggestione anche la parte di archeologia subacquea con anfore e un ceppo d’ancora, tratti dal relitto di Ardenza, scenograficamente allestiti in un “fondale” di sabbia. Il percorso è arricchito dalla presenza di documenti medievali redatti su pergamena appartenenti al fondo conosciuto come Diplomatico di Livorno ed esemplari miniati del XV e XVI secolo: un prezioso incunabolo del 1482, la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze e i Salmi Davidici, un manoscritto con caratteri gotici e capolettera dalle grandi figure e racemi dorati. Di particolare interesse due spazi dedicati al monumento simbolo della città, ovvero il Monumento dei “Quattro Mori” di cui viene esposto un bozzetto in gesso attribuito a Pietro Tacca, e alla Fortezza Vecchia documentata attraverso antiche stampe nelle sue secolari trasformazioni.
Il Risorgimento, a cui Livorno ha offerto un generoso contributo di idee e di partecipazione, viene documentato attraverso numerosi cimeli garibaldini (tanti livornesi presero parte alla Spedizione dei Mille e Garibaldi in più occasioni trovò ospitalità a Livorno presso la famiglia Sgarallino). In mostra il poncho di Garibaldi, il suo scrittoio, camicie rosse e copricapo da battaglia. Parte della collezione esposta fa capo al patrimonio a suo tempo conservato nella Mostra Permanente di Porta San Marco negli anni’80 e che qui, dopo la chiusura dei locali della Porta, trova una giusta collocazione.
A seguire una selezione di pregevoli opere di grafica che vanno da Enrico Pollastrini, Giovanni Fattori, Plinio Nomellini a Leonetto Cappiello, il ritratto di Aristide Sommati di Amedeo Modigliani, passando per Moses Levi e Gastone Razzaguta. Questa raccolta rappresenta il trait d’union con il percorso espositivo del Museo Fattori di Villa Mimbelli che, grazie all’apertura di questo nuovo Museo della città, ritrova la sua unitarietà del percorso incentrato nel periodo di fine ‘800 primi ‘900. Non poteva mancare una sezione dedicata a Pietro Mascagni di cui vengono esposti manoscritti, libretti d’opera, albumine e locandine testimonianza della sua importante produzione. Un vero gioiello del percorso, la prima bandiera del Partito Comunista Italiano cucita dalla compagne livornesi nel 1921 quando proprio a Livorno si verificò la scissione dal Partito Socialista e al Teatro San Marco ( tra l’altro poco distante dal Museo della Città) si dichiarò aperto il primo congresso del Partito Comunista d’Italia aderente alla III Internazionale. Era il 21 gennaio del 1921.
Info: http://museodellacitta.comune.livorno.it/museo
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