L’inceneritore? E’ di nuovo spento? Lasciamolo dormire e risparmiamo milioni
Sembra che Aamps, zitta zitta, abbia spento un’altra volta l’inceneritore, fino alla fine di ottobre, per le solite costosissime manutenzioni del suo “prezioso” ferrovecchio, che stando al piano industriale (pag. 47) pesa sul bilancio per circa 6 milioni di euro l’anno, pari a circa 128 euro per ogni tonnellata di rifiuto indifferenziato prodotto a Livorno.
Nel frattempo le strade non si stanno riempiendo di rifiuti abbandonati: la nostra monnezza viene tranquillamente conferita in discarica, ad un costo mediamente inferiore e con un vantaggio ambientale non indifferente, dato che la cenere tossica dell’inceneritore finisce comunque in discarica ma dopo che tutto il resto è stato ridotto in fumo e fatto respirare agli ignari cittadini, che poi si ammalano dando la colpa alla sfortuna.
Non si può dire quindi che l’inceneritore non si può spegnere senza danneggiare i conti, questo è confermato dal fatto che molte altre aziende italiane hanno spento per sempre i loro forni dedicandosi al riciclo e ricavandone un beneficio economico. In una fase di risanamento di fronte al Tribunale questo è un concetto da tener presente!
Nell’ipotesi di un immediato spegnimento dell’inceneritore, dunque, l’azienda risparmierebbe denaro pubblico, l’inquinamento diminuirebbe in modo consistente, i lavoratori Aamps dedicati all’impianto farebbero quello che stanno facendo (?) in queste settimane di blocco, o magari verrebbero ricollocati in altri servizi, anziché assumere altre decine di persone in fase pre-fallimentare (come prevede il piano industriale).
Non solo, dedicandosi seriamente alla raccolta differenziata ed al riciclo, Aamps potrebbe far calare la produzione di rifiuti indifferenziati dell’80% e la produzione totale di rifiuti del 30%, come è successo altrove. Il risparmio per lo smaltimento sarebbe di almeno 5 milioni l’anno, più altri 4 milioni l’anno di risparmio per la raccolta e il trasporto, più gli ulteriori ricavi per la vendita del materiale differenziato per almeno 3 milioni l’anno: parliamo quindi di una generazione di liquidità totale ulteriore di circa 12 milioni l’anno, capace di ripianare i debiti concordatari in meno di 3 anni.
L’Aamps ha fatto questi calcoli? Ha valutato queste opzioni come gli aveva ufficialmente chiesto di fare il sindaco? Se è possibile spegnere subito l’inceneritore, figuriamoci se non si può programmare una sua graduale dismissione. In ogni caso appare sempre più assurda e anti-economica l’ipotesi di una continuazione dell’attività a pieno regime, sfruttando la monnezza importata da fuori Livorno.
Andrea Romano – Resistere! Azione civica
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